Sisma, protesta sindaco de L'Aquila

Stato
Discussione chiusa ad ulteriori risposte.

Gurzo2007

Utente Èlite
4,121
30
CPU
Intel c2d p7550 2,26ghz
Scheda Madre
Apple Logic Board( o come kaiser si chiama lei LOL)
HDD
OCZ Vertex 3 120GB
RAM
8gb ddr3 1333mhz
GPU
nvidia 9400m 256mb
Audio
Realtek hd 2.1
Monitor
lcd 13" 1280x800 led
PSU
60w
Case
macbookpro unibody mid2009
OS
MacOSX 10.8.2
Il sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente, non indosserà più la fascia tricolore per protesta contro la normativa fiscale che impone ai residenti nei Comuni del cratere sismico la restituzione al 100%, a partire da gennaio, delle tasse sospese dopo il terremoto. "Se devono lasciarci in questa situazione - ha detto - non indosserò più la fascia tricolore da sindaco. Con questa situazione fiscale l'economia aquilana non può ripartire".

"Sto impazzendo - confessa il sindaco dell'Aquila - per organizzare la città temporanea dove far aprire le attività, dai dentisti ai notai alle farmacie. Mi sono dovuto inventare una nuova pianta organica delle farmacie perchè qui ne sono cascate la metà". La zona rossa è tutto il centro storico, ricorda il sindaco, che avverte: "I lavoratori autonomi non sono in grado di pagare le tasse quando nulla è tornato alla normalità. Qui siamo all'anno zero". Gli abruzzesi - sottolinea Cialente - non chiedono 'favori' ma tempo, così come è stato dato ad altri, ad esempio come per l'Umbria, che dopo il sisma ha dovuto pagare solo il 40% e dopo 12 anni.
"Far restituire agli aquilani - ribadisce Cialente - il 100 per cento al primo gennaio 2010, tra meno di sei mesi, i mutui, l'Ici per la seconda casa distrutta, è impensabile. Vedo i miei autonomi, soprattutto i commercianti, che hanno perso tutto, nel panico". "Non sanno nemmeno dove andare a lavorare. E' tutto distrutto, anche io non ho l'ufficio del sindaco, e ricevo la gente per strada, sul piazzale, nel chiosco all'aperto per questo - aggiunge quasi a volere aggiungere pur nella disperazione un sorriso - sono abbronzato, ma solo le mani e dal collo in su".
Tasse, contributi, Ici sulla seconda casa, mutui, dna casa, quando "qui non lavora nessuno. Gli unici sono quelli che hanno aperto in posti impensabili chioschi dove vendono arrosticini e birra. I supermercati che hanno riaperto incassano 300 euro al giorno. Non cela gente. L'università su tre giorni a settimana fa un turno di 12 giorni. Non arrivano i soldi della Cig, nei campi la gente non ha più un soldo, ci sono donne sole con figli ridotte alla disperazione. Se non si viene qua non si capisce quello che è successo. Qui non c'è più L'Aquila oggi, c'è solo una città fantasma". Eppure "alcune banche stanno richiedendo agli imprenditori di rientrare dal primo di agosto". E ora i terremotati devono anche fare i conti con la paura di non farcela: "L'impatto sulla gente della notizia di dover pagare le tasse - racconta Cialente - ha gettato nel panico". "Non siamo in condizioni di pagare le tasse, io capisco le difficoltà del Paese, ma ci sentiamo abbandonati", dopo la solidarietà e la commozione del dopo terremoto è ora che gli aquilani chiedono non aiuto ma la possibilità di ricostruire davvero il loro territorio, "ma così uccidono il tessuto sociale: molti commercianti stanno decidendo di andare via. Ho ancora 30mila persone fuori dalla città, 20mila nelle tende, ci sono 12.900 famiglie che non hanno una casa dove rientrare, perché quel che è rimasto è da abbattere. E come può - denuncia Cialente - ripartire la città, i cittadini iniziare a pagare i mutui. Mi sento abbandonato dal Paese: noi abbiamo perso l'appiglio e stiamo appesi nel vuoto, se la camera, che è l'Italia, decide di 'tagliare la corda', dicendo siete tornati alla normalità pagate le tasse, noi non ce la possiamo fare".

fonte tgcom.it


ah ecco questo era l'aiuto agli aquialani...ke pagliacci...belle le passerelle e i numeroni sui cantieri...
 
Stato
Discussione chiusa ad ulteriori risposte.

Entra

oppure Accedi utilizzando
Discord Ufficiale Entra ora!