Rap italiano alla riscossa

Manolo De Agostini

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Ragazzi in questo periodo non vi sembra che tra MondoMarcio e Fabri Fibra il rap italiano stia "esplodendo" alla grande? Era da tempo che non sentivo del rap italiano così frequentemente in radio. La qualità la lascio giudicare a voi, io non sono di certo un intenditore ;)
 

Seifer85

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La mia opinione è che il rap italiano che sentite sulle varie tv nazionali, per essere reso commerciale, deve necessariamente "scendere di livello"; sicuramente il peggiore in in questo senso è Mondo Marcio il quale, non che avesse mai fatto grandi canzoni, ma con l'ultima ha toccato proprio il fondo :nono: ..per quanto riguarda Fabri Fibra invece che dire...E' UN GENIO :inchino: ...ha fatto dei grandi album ( Mr Simpatia, Turbe Giovanili e non solo....), nonostante si sia commericializzato per poter vendere meglio al pubblico la sua musica (il passaggio alla Universal è stato fondamentale in questo senso),è riuscito a rimanere sempre se stesso mantenedo uno stile inimitabile...aspetto cmq di dare altri giudizi con l'arrivo del nuovo album "TRADIMENTO" in uscita il 19 maggio, per il momento APPLAUSI PER FIBRA!!! :lol: :lol: :lol:
 

Inuyasha

EX MOD IN PENSIONE
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"Applausi per Fibra" e' troppo forte . . . :figo:

La sto ascoltando proprio in questo momento. . . :asd:
 

Seifer85

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Ascolta l'album Mr Simpatia..è fichissimo!!:look: :asd:
 
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Intanto sono usciti anche i Flaminio Maphia con Pezzali: La Mia Banda Suona Il Rap

:asd:

Bella solo la parte in cui canta Pezzali :D
 

Seifer85

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Cor Veleno vendono i loro pezzi solo online

Un gruppo storico dell’hip hop nostrano con scarsa o nulla inclinazione al compromesso, cresciuto sulla strada a suon di concerti e di dischi autoprodotti, che firma per una “multinazionale”. Non solo: che salta a piè pari il fossato della musica digitale (firmando in esclusiva per H2O, Web-etichetta del gruppo Sony BMG: vedi News) distribuendo la sua nuova musica in formato esclusivamente “liquido” (solo file audio in Rete, niente cd nei negozi) e cercando oltretutto di convincere il suo pubblico a pagare per ciò che prima era possibile scaricare gratis, o quasi, dalla Rete. Mica una sfida da ridere: Primo, uno dei due mc in forze al trio romano Cor Veleno, conferma di non averla intrapresa a cuor leggero. “Anzi. Ci abbiamo discusso un sacco, tra di noi, e abbiamo vissuto questa occasione con senso di responsabilità. Quando abbiamo cominciato, una decina di anni fa, eravamo appena maggiorenni e manco ci passava per la testa di far dischi. Poi, qualche anno dopo, abbiamo cominciato a pubblicarceli da noi. Ci piacevano Public Enemy e Run Dmc e sapevamo di aver scelto un genere radicale, ostico rispetto ai canoni del music business italiano. Le strade dell’autoproduzione le abbiamo percorse più o meno tutte, ci siamo sbattuti in tutti i modi ottenendo risultati in progressione: ma non abbiamo mai venduto più di cinquemila copie, la gente ai concerti ci diceva che non sapeva dove trovare i nostri dischi e quando H2O ci ha fatto la sua offerta abbiamo pensato che quella era la chance giusta per salire di un altro livello”. E come la sta prendendo, lo zoccolo duro dei fan? “Non è facile spiegargli che devono pagare per scaricarsi la nostra musica da Internet, me ne rendo conto. Ma sono gente sveglia e capiscono anche loro che se una casa discografica spende soldi in un progetto artistico e si impegna a ridurre costi e prezzi di vendita è anche giusto che possa tenere a freno una distribuzione selvaggia del suo prodotto”. Il pezzo con cui hanno esordito sulle piattaforme digitali, “Dillo un’altra volta”, è una ballata r&b piuttosto soffice e accattivante, e forse anche per questo è riuscita ad arrampicarsi (nel momento in cui scriviamo) fino al numero tre dei brani più richiesti su iTunes. “E’ una grande sorpresa e una grande soddisfazione”, commenta Primo. “Ma non è che improvvisamente abbiamo cambiato rotta, queste cose rientrano da tempo nelle nostre corde. Dopo dieci anni di carriera il nostro hip hop si è evoluto in modo da esprimere sia il nostro lato più dolce che quello più aggressivo. Come succede per esempio con l’altro pezzo, ‘Cocco Bill’, che abbiamo dato in esclusiva al negozio on-line della Apple”. Non li imbarazza neppure avere confezionato musiche apposta per le suonerie dei cellulari? “All’inizio sì, perché non sapevamo bene come muoverci. Ma poi ci siamo resi conto che bastava montare, tagliare, modificare i pezzi e i testi per ottenere un risultato curioso e divertente. Anche queste sono cose familiari a chi fa hip hop, il freestyle si basa sullo stesso concetto”. Con H20 i Cor Veleno hanno firmato un contratto in esclusiva: e come la metteranno nel caso di improvvisi sfoghi di creatività, e con gli altri canali di distribuzione consueti per una musica come quella che fanno loro? “Ci siamo seduti al tavolo con gli avvocati e abbiamo cercato di trovare il miglior compromesso possibile. Come gruppo siamo in esclusiva, è vero, ma potrebbe esserci l’occasione, in futuro, di continuare a stampare su vinile progetti paralleli o produzioni soliste. Noi pensiamo che il cambiamento dei modi di fruizione della musica debba avvenire gradualmente, non di punto in bianco. Il cd scomparirà? Mah, io so che prima di Internet, dieci anni fa, facevo molta più fatica di oggi a procurarmi i vinili che mi interessavano. La musica digitale è solo una chance in più. La cosa che più ci affascina di questa nuova situazione è la possibilità di sviluppare un work in progress invece di essere costretti a consegnare ogni volta alla casa discografica un prodotto ‘chiuso’, finito. Ma questo non vuol dire che per noi l’album sia un’idea morta e sepolta. I nostri nuovi singoli ‘digitali’, per noi, sono comunque parte di un progetto più ampio. Tra qualche mese avremo on-line dieci/dodici pezzi nuovi, sono già praticamente pronti e si tratta solo di mixarli. Non sarà nei negozi, ma sarà il nostro nuovo album virtuale”.
 

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Fabri Fibra, la rivelazione Il suo rap primo in classifica


Paolo Giordano

da Milano

Allora diciamolo subito: Fabri Fibra è probabilmente il miglior rapper della nuova generazione, quella che ormai fugge gli insulti gratis o le noiose faide tribali che per dieci anni hanno impestato l'hip hop americano (e pure italiano). Lui dice: «Sono una persona liberata all'improvviso. Per me è scioccante capire di essere stato capito, in realtà pensavo di non esistere. All'inizio i discografici mi dicevano: belli i testi, ma la musica no». Ieri, dopo una sola settimana di pubblicazione, il nuovo ciddì di Fabri Fibra, Tradimento (ed. Universal), è esploso in classifica senza che (quasi) nessuno se lo aspettasse. In testa c'erano i Red Hot Chili Peppers, che in questo momento sono il gruppo più venduto del mondo. E poi Carmen Consoli. E invece eccolo: numero uno. Merito anche del singolo Applausi per Fibra, che da settimane martella radio e canali musicali con un refrain pronto a diventare una delle sigle dell'estate. Ma merito soprattutto di un clamoroso seguito «underground» che da anni accompagna Fabri Fibra - marchigiano quasi trentenne, al secolo Fabrizio Tarducci - e ha applaudito i suoi precedenti due album (Turbe giovanili e Mr. Simpatia) all'ombra della grande informazione. D'altronde il rap fa così, come negli anni Ottanta capitava all'heavy metal: riesce a creare consensi enormi e sotterranei che poi esplodono a sorpresa consolidandosi in classifica (se digitate Google, saltano fuori migliaia di pagine dedicate a lui). «Mio padre vendeva pantaloni e per un po' ho lavorato anch'io in quel settore. Ma dopo un po' il mercato è crollato» ricorda.
Poi è crollato anche lui, iniziando così, tra depressioni e psicanalisi, a traghettarsi verso quello che è oggi: un cronista del rap che mescola aggressività verbale a capacità di far ritratti precisi e taglienti della realtà.
E così, da Pacciani alla De Filippi, dai delitti passionali alla guerra in Irak, in Tradimento saltano fuori quasi tutte le pagine della nostra attualità. Uno sfogo neorealista. Un reportage in rima. «Non sono un predicatore, la mia è una sorta di autoanalisi che mi aiuta a guardare la vita. D'altronde i ragazzi oggi vogliono sentirsi dire qualcosa in più, sono stanchi delle solite nenie». Difatti l'altro giorno, in Prato della Valle a Padova, quando i veejay di Mtv lo hanno annunciato tra gli ospiti di Trl, i ragazzi sono esplosi come di fronte a una star. «Il mio è un rap minimale» ha spiegato qualche giorno fa a Milano in una trattoria del centro. E lì, a tavola, ha rivelato anche di aver contattato Loredana Bertè per duettare con lei nella versione de La luna bussò «ma lei non ha accettato». Meglio così, in fondo.
 

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