Marasco, interrogatorio tragicomico

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Deposizione tranquilla per Bettarini

Al processo per il calcioscommesse primi interrogatori. Quello del modenese Antonio Marasco è stato drammatico con risvolti imbarazzanti al limite della comicità involontaria: il giocatore, in stato confusionale, si è contraddetto più volte. Per Stefano Bettarini qualche incertezza solo nel dare una spiegazione sul perché di certe telefonate. La deposizione di Amadei è stata momentaneamente interrotta per una crisi di pianto del n.1 del Modena.
(AP)

A metà tra la tragedia e la piece comica. Questo è stato l'interrogatorio del giocatore del Modena Antonio Marasco al processo in corso a Milano per l'inchiesta sul calcio scommesse. Trovarsi davanti a un interrogatorio ufficiale può essere un'esperienza in grado di azzerare le facoltà cerebrali: l'emozione, la paura, il senso di giudizio incombente. E Antonio Marasco è finito con tutti e due i piedi in una situazione da panico. Il giocatore si è trincerato dietro numerosi "non ricordo" e "non escludo", cadendo ripetutamente in contraddizione, apparendo a tratti in stato confusionale al punto da indurre la stessa Commissione ad un atteggiamento di indulgenza come fa il professore più umano con l'alunno in panico da interrogazione ("le porgo la domanda in maniera più semplice...").

Incalzato dal viceprocuratore sulla base di ciò che era emerso dalle intercettazioni telefoniche, Marasco è stato costretto a ritrattare la sua affermazione di non sapere a chi Ambrosino ("un tipo insistente a cui rispondevo solo per assecondarlo e a cui dicevo un sacco di str...") si riferisse con l'appellativo "il Bello". Il giocatore poi, alla domanda "conosce il termine purgarsi?", ha risposto in maniera tranquilla "credo che significhi che qualche società che è in difficoltà debba comprarsi la partita", scatenando così una fila di domande sempre più incalzanti che l'hanno messo alla corda. Quando poi si è trattato di dar conto dei tabulati telefonici Marasco è sembrato non far altro, risposta dopo risposta, che peggiorare la sua situazione. Alcuni passaggi sono sfociati addirittura nel comico, se fosse stato per la situazione quasi drammatica che stava vivendo Marasco (Azzali: "Lei è presente, perché lei è qui? Conosce il Codice di Giustizia Sportiva?; Marasco: "No" - Marasco: "lei crede che..."; Azzali: qui le domande le faccio io" - Azzali: "chi è il parente?"; Marasco: "un fratello, un cognato, un cugino"). Dopo circa un'ora l'interrogatorio è stato chiuso tra il sollievo di tutti...

Di tutt'altro tenore la deposizione di Stefano Bettarini. Il difensore della Sampdoria ha definito il centrocampista del Modena "un amico ma non uno dei migliori. Ci sentiamo durante le feste e prima delle partite. E' consuetudine di noi giocatori sentirci prima degli incontri. Nell'occasione della gara di ritorno mi ha espresso la sua tristezza per la scadenza del contratto. Marasco a volte nello spogliatoio a Venezia si lanciava nei pronostici". Bettarini ha definito il comportamente di Marasco, che lo ha tirato in ballo, assurdo, giustificandolo come un "volere farsi bello, come fanno spesso le persone del sud". In merito all'incontro Modena-Sampdoria, Bettarini ha sottolineato che in caso di conquista dell'Uefa il premio per ogni giocatore blucerchiato si sarebbe aggirato intorno ai 50.000 euro, a dimostrazione che non era nell'interesse suo o dei suoi compagni di squadra perdere quella gara. Le uniche incertezze si sono registrate quando il giocatore blucerchiato non è riuscito a dare una spiegazione convincente sul perché abbia chiamato Marasco nei due giorni immediatamente la partita su un numero prima mai utilizzato per parlare con il suo ex compagno.
Il perito, chiamato a testimoniare, ha dimostrato, carte alla mano, che Bettarini - che mercoledì la Bongiorno aveva definito un vero proprio "maniaco degli sms" - invia una media di oltre mille sms al mese e che i suoi movimenti telefonici sono composti per il 74,13% di sms e per il 25,87% di telefonate.

Momento drammatico nel processo è stata la deposizione del presidente del Modena Romano Amadei, che è stata interrotta per 15' a causa di una crisi di pianto che ha colto il dirigente dopo una domanda del suo avvocato. Al termine dela sua deposizione, Amadei ha dichiarato visibilmente scosso: "E' stata una brutta faccenda" quella del mandato di perquisizione emesso dalla magistratura di Napoli. "Sono stato colpito da mandato di perquisizione da parte della magistratura di Napoli ed è stata una brutta faccenda - ha affermato Amadei - Ho letto quello che è scritto sul mandato di perquisizione, e forse sapete che ho inviato anche una lettera a dei politici e ai presidenti, per dire che io venivo accusato di essere il grande orchestratore di un'operazione che voi conoscete tutti".

Accusato, ha aggiunto Amadei, per quello che affermavano "due persone che non conosco e che non mi conoscono: questo ho denunciato, e dichiarato anche che questo non e' il modo di fare giustizia. Non si puo' mettere sulla piazza una persona senza averla interrogata: questa e' una cosa che non sta ne' in cielo ne' in terra, ma che in Italia si e' verificata". "Cerchero' di difendere, per quanto possibile, la mia onorabilita'. Penso di essere stato ingenuo nello sperare che la Procura fosse migliore di quei magistrati la"', ha aggiunto facendo riferimento alla Dda. "Hanno deciso che io sono accusato e questo mi ha fatto molto male. Non chiedo pieta' o conforto. Ma spero, ho fiducia, in quello che riguarda me come persona e me come presidente. E se non avvenisse - ha chiuso - continuero' la mia battaglia per difendermi".


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Manolo De Agostini

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