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Toby
Ospite
Immediatamente dopo la carneficinia, gli inquirenti avevano sospetti sui "vicini".....
Perquisito la stessa notte il loro appartamento...
Queste sono le "ultime"....
COMO - Si e' concluso, nel carcere del Bassone, l'interrogatorio per la convalida del fermo di Olindo Romano, uno dei fermati per la strage di Erba in cui sono stati uccisi, l'11 dicembre scorso, Raffaella Castagna, suo figlio Youssef, la madre della donna, Paola Galli, e una loro vicina di casa, Valeria Cherubini, mentre e' stato ferito gravemente il marito della Cherubini, Mario Frigerio. A questo punto a rispondere alle domande del gip dovrebbe essere la moglie di Romano, Rosa Bazzi. Per entrambi le accuse sono di omicidio plurimo premeditato, incendio e tentata distruzione di cadaveri mediante incendio. I due, rei confessi, dopo aver ucciso avevano infatti appiccato fuoco all'abitazione di via Diaz 25 a Erba nel tentativo di distruggere ogni indizio.
IL BAMBINO UCCISO DALLA DONNA
La ferocia ricorda da vicino quella del caso storico di Rina Fort, 'la Belva' che il 30 novembre 1946 uccise a Milano una madre i suoi tre bambini in via san Gregorio, probabilmente con una barra di ferro che non fu mai trovata. Anche a Erba è entrata in scena con tutto il suo odio una donna: Rosa Bazzi, 43 anni, che con il marito Olindo Romano, 44, ha ammesso di aver massacrato Raffaella Castagna, suo figlio Youssef, poco piu di due anni, la madre della donna, Paola Galli e una vicina di casa, Valeria Cherubini. Anche a Erba, un mese fa, a uccidere è stata una donna, forse amareggiata per non essere madre, animata da un forte risentimento.
Ma, per gli inquirenti, i motivi della mattanza sono anche stati prosaici: una richiesta di risarcimento di qualche migliaio di euro per una causa giudiziaria che avrebbe visto opposti i due nuclei familiari due giorni più tardi: una storia di minacce e botte subite da Raffaella Castagna. Si aggiungono rancori annosi, liti da ballatoio, discussioni velenose che nella corte di via Diaz 25 andavano in scena quasi ogni giorno. E i Romano hanno deciso di vendicarsi in modo atroce: intorno alle 19 dell'11 gennaio sono saliti nell'appartamento dei rivali, con due coltelli di diverse dimensioni e una mazza di ferro. Hanno bussato, è stato loro aperto, e hanno scatenato l'inferno: "Ho colpito alla testa Raffaella e sua madre" ha confessato Olindo.
E' stata, invece, Rosa Bazzi, quasi simbolicamente, a uccidere con un solo taglio alla gola il piccolo Youssef. "Sono stata io", ha ammesso nel suo lungo interrogatorio di ieri, da cui sono venute le atroci conferme. Poi hanno infierito con i coltelli su madre e figlia e messo delle cartacce sul letto, scatenando un incendio. Ma la sequenza di orrori, ricostruita oggi in Procura, non era ancora finita. E' intervenuta la vicina, Valeria Cherubini, seguita dal marito, Mario Frigerio.
Ha trovato davanti a sé una scena agghiacciante, ha cercato la fuga: Rosa l'ha inseguita e uccisa, mentre Romano si occupava del marito, quasi sgozzandolo. Ha commesso, però, l'errore di non finire l'orrendo lavoro. "Siamo andati a Como, in una McDonald's - avevano raccontato i coniugi, allora a piede libero -. Siamo tornati dopo le 23. Non sappiamo nulla". E avevano esibito uno scontrino, delle 21,30. Tutto inutile. Anzi, per la Procura quello scontrino sa di preordinazione per costituirsi un alibi. Le accuse sono impressionanti: quattro omicidi, di cui tre premeditati (quello di Valeria Cherubini e il tentato omicidio di Frigerio per loro sono stati un 'incidente'), incendio e tentata distruzione di cadaveri. Sintomo della premeditazione anche il fatto che il massacro sia avvenuto quando non c'era il marito di Raffaella Castagna e padre di Youssef, Azouz Marzouk, che da qualche giorno si trovava in Tunisia. Carabinieri e pm escludono quindi che la coppia volesse far ricadere la colpa su di lui o su qualsiasi altro. Precisano anche che nessun altro è coinvolto nelle indagini. A sostegno della premeditazione, l'unica cosa che i due non hanno ammesso, c'é anche il fatto che abbiano distrutto le armi: e Romano, smaltitore di rifiuti, sapeva bene come farlo.
Coltelli e mazza sono certamente finiti in cenere. Domani, davanti al gip Nicoletta Cremona, si terrà l'udienza di convalida del fermo, dall'esito scontato dopo le "piene confessioni" degli indagati. I quali hanno cercato di comportarsi in modo ordinario, dopo il massacro, lavorando lui, rimanendo in casa a fare le pulizie lei. L'attenzione degli investigatori, però, era già sulla coppia, con intercettazioni e verifiche del loro alibi, ancor prima del racconto del super-testimone Frigerio. Il loro avvocato, Pietro *****no, spiega che "sono rimasti uniti" e in carcere "sentono l'uno la mancanza dell'altro". Quel carcere del Bassone che ha dato loro un benvenuto inquietante, pieno com'é di detenuti nordafricani come Azouz che c'era stato per ragioni di droga. I carcerati hanno protestato e inveito: "Bastardi. Infami. Dateceli che ci pensiamo noi...". I due sono guardati a vista.
Il padre/nonno/marito delle vittime (poveraccio) affida le anime dei colpevoli a Dio....
Il marito afferma che si farà arrestare per una "stronzata" per andare in carcere ad'ucciderli con le proprie mani....
IO sono dalla parte del padre.... :sisi: :sisi: :sisi:
Non mi basta più della pena di morte... :oogle:
Perquisito la stessa notte il loro appartamento...
Queste sono le "ultime"....
COMO - Si e' concluso, nel carcere del Bassone, l'interrogatorio per la convalida del fermo di Olindo Romano, uno dei fermati per la strage di Erba in cui sono stati uccisi, l'11 dicembre scorso, Raffaella Castagna, suo figlio Youssef, la madre della donna, Paola Galli, e una loro vicina di casa, Valeria Cherubini, mentre e' stato ferito gravemente il marito della Cherubini, Mario Frigerio. A questo punto a rispondere alle domande del gip dovrebbe essere la moglie di Romano, Rosa Bazzi. Per entrambi le accuse sono di omicidio plurimo premeditato, incendio e tentata distruzione di cadaveri mediante incendio. I due, rei confessi, dopo aver ucciso avevano infatti appiccato fuoco all'abitazione di via Diaz 25 a Erba nel tentativo di distruggere ogni indizio.
IL BAMBINO UCCISO DALLA DONNA
La ferocia ricorda da vicino quella del caso storico di Rina Fort, 'la Belva' che il 30 novembre 1946 uccise a Milano una madre i suoi tre bambini in via san Gregorio, probabilmente con una barra di ferro che non fu mai trovata. Anche a Erba è entrata in scena con tutto il suo odio una donna: Rosa Bazzi, 43 anni, che con il marito Olindo Romano, 44, ha ammesso di aver massacrato Raffaella Castagna, suo figlio Youssef, poco piu di due anni, la madre della donna, Paola Galli e una vicina di casa, Valeria Cherubini. Anche a Erba, un mese fa, a uccidere è stata una donna, forse amareggiata per non essere madre, animata da un forte risentimento.
Ma, per gli inquirenti, i motivi della mattanza sono anche stati prosaici: una richiesta di risarcimento di qualche migliaio di euro per una causa giudiziaria che avrebbe visto opposti i due nuclei familiari due giorni più tardi: una storia di minacce e botte subite da Raffaella Castagna. Si aggiungono rancori annosi, liti da ballatoio, discussioni velenose che nella corte di via Diaz 25 andavano in scena quasi ogni giorno. E i Romano hanno deciso di vendicarsi in modo atroce: intorno alle 19 dell'11 gennaio sono saliti nell'appartamento dei rivali, con due coltelli di diverse dimensioni e una mazza di ferro. Hanno bussato, è stato loro aperto, e hanno scatenato l'inferno: "Ho colpito alla testa Raffaella e sua madre" ha confessato Olindo.
E' stata, invece, Rosa Bazzi, quasi simbolicamente, a uccidere con un solo taglio alla gola il piccolo Youssef. "Sono stata io", ha ammesso nel suo lungo interrogatorio di ieri, da cui sono venute le atroci conferme. Poi hanno infierito con i coltelli su madre e figlia e messo delle cartacce sul letto, scatenando un incendio. Ma la sequenza di orrori, ricostruita oggi in Procura, non era ancora finita. E' intervenuta la vicina, Valeria Cherubini, seguita dal marito, Mario Frigerio.
Ha trovato davanti a sé una scena agghiacciante, ha cercato la fuga: Rosa l'ha inseguita e uccisa, mentre Romano si occupava del marito, quasi sgozzandolo. Ha commesso, però, l'errore di non finire l'orrendo lavoro. "Siamo andati a Como, in una McDonald's - avevano raccontato i coniugi, allora a piede libero -. Siamo tornati dopo le 23. Non sappiamo nulla". E avevano esibito uno scontrino, delle 21,30. Tutto inutile. Anzi, per la Procura quello scontrino sa di preordinazione per costituirsi un alibi. Le accuse sono impressionanti: quattro omicidi, di cui tre premeditati (quello di Valeria Cherubini e il tentato omicidio di Frigerio per loro sono stati un 'incidente'), incendio e tentata distruzione di cadaveri. Sintomo della premeditazione anche il fatto che il massacro sia avvenuto quando non c'era il marito di Raffaella Castagna e padre di Youssef, Azouz Marzouk, che da qualche giorno si trovava in Tunisia. Carabinieri e pm escludono quindi che la coppia volesse far ricadere la colpa su di lui o su qualsiasi altro. Precisano anche che nessun altro è coinvolto nelle indagini. A sostegno della premeditazione, l'unica cosa che i due non hanno ammesso, c'é anche il fatto che abbiano distrutto le armi: e Romano, smaltitore di rifiuti, sapeva bene come farlo.
Coltelli e mazza sono certamente finiti in cenere. Domani, davanti al gip Nicoletta Cremona, si terrà l'udienza di convalida del fermo, dall'esito scontato dopo le "piene confessioni" degli indagati. I quali hanno cercato di comportarsi in modo ordinario, dopo il massacro, lavorando lui, rimanendo in casa a fare le pulizie lei. L'attenzione degli investigatori, però, era già sulla coppia, con intercettazioni e verifiche del loro alibi, ancor prima del racconto del super-testimone Frigerio. Il loro avvocato, Pietro *****no, spiega che "sono rimasti uniti" e in carcere "sentono l'uno la mancanza dell'altro". Quel carcere del Bassone che ha dato loro un benvenuto inquietante, pieno com'é di detenuti nordafricani come Azouz che c'era stato per ragioni di droga. I carcerati hanno protestato e inveito: "Bastardi. Infami. Dateceli che ci pensiamo noi...". I due sono guardati a vista.
Il padre/nonno/marito delle vittime (poveraccio) affida le anime dei colpevoli a Dio....
Il marito afferma che si farà arrestare per una "stronzata" per andare in carcere ad'ucciderli con le proprie mani....
IO sono dalla parte del padre.... :sisi: :sisi: :sisi:
Non mi basta più della pena di morte... :oogle: