E adesso tocca a noi!

digit78

Bannato
562
298
CPU
intel 2600k
Scheda Madre
asus p8z68-v
HDD
4 tb
RAM
8 gb corsair vengeance 1600mhz
GPU
sapphire hd4890
Audio
integrato realtek 8 canali
Monitor
lcd 17" philips
PSU
650 watt
Case
coolermaster cosmos 1000
OS
windows 7 ultimate 64 bit
Premesse: posto questo articolo perchè lo reputo molto interessante e a par mio vale la pena commentarlo. La fonte è il mensile FOCUS. L'articolo è stato realizzato da Paolo C. Conti.

Chiedo scusa per gli eventuali errori di battitura.


Adesso tocca a noi!
Il più grande economista cinese spiega come la Cina raggiungerà il livello di vita occidentale: <<Avete sprecato risorse e denaro per 20 anni, ora saremo noi a farlo>>.


La Cina per la sua prima volta, nella sua storia millenaria ha smesso di considerarsi il "centro dell'universo" e ha deciso di entrare a far parte della comnità internazionale.
Se fosse uno staterello qualunque potremmo anche scordarcene. Ma la CIna è un Paese enorme in cui vivono quasi un miliardo e quattrocentomilioni di individui, che dopo aver vissuto decenni di regime comunista non vedono l'ora di avere un tenore di vita dignitoso, simile a quello degli occidentali.
Questo ci spaventa, perchè la Cina ha un enorme quantità di denaro, perchè potrebbe presto diventare una superpotenza militare, perchè sta pianificando la propria crescita con una visione strategica e perchè, a differenza di quanto avviene in ovvidente, grazie al partito unico può fare le sue mosse con lungimiranza, pensando cioè, non alle elezioni del prossimo anno ma allo scacchiere internazionale dei decenni a venire.
Il modo milgiore oggi, per avere un idea un pò più chiara di quello che a Pechino sta succedendo e di come questo potrà infuire sulla nostra vita è parlarne con Fan Gang, un economista cinese formatosi ad Harvard, a cui è affidato il compito di progettare la Cina di domani.
L'uomo a cui tutti i grandi della terra, da Barack Obama a Henry Kissinger, da Angela Merkel a Josè Barroso, chiedono consiglio su come trattare con la nuova Cina.

La Cina spaventa, perchè è ricca e potente ma sopratutto perchè non sempre vi capiamo. In che cosa siete diversi da noi?


Le persone sono persone. In Cina come altrove. Vogliamo diventare ricchi, comprare una casa per poter allevare dei figli come si deve e un auto per portarli a spasso. Ciò che ci differenzia è lo stadio di sviluppo economico che stiamo vivendo. Sebbene la Cina sia un Paese in cui vivono persone molto ricche, il nostro prodotto interno lordo (PIL) pro capite è ancora fermo a 4 mila dollari l'anno (un decimo del PIL pro capite di un europeo). E le disparità sono ancora profonde, se pensa che per sette cinesi su dieci il PIL pro capite si ferma a 1.400 euro. Stiamo sperimentando oggi quel momento di fioritura economica che voi europei avete vissuto molto tempo fa e questo ci rende più ambiziosi e determinati ad arricchirci il più presto possibile. Inoltre, tutto quello che vedete qui è di fatto la prima generazione di qualcosa che sta ancora nascendo. La prima generazione di imprenditori, che speculano e corrono rischi perchè mancano in saggezza ed esperienza. Ma anche la prima generazione di governanti che si trovano a confrontarsi con una economia di mercato che ancora stanno cercando di capire. Questo non era mai successo, nemmeno nel medioevo. A voi occidentali i politici cinesi possono sembrare troppo cauti. Ma lo sono perchè riconoscono la propria inesperienza. IN una economia dominata dai capitali a rischio e derivati, sbagliare è facile. E noi non vogliamo sbagliare. Quanto ai consumatori cinesi, anche loro sono alla prima generazione.
Vogliono tutto e lo vogliono adesso. L'Europa è una società matura. Avete denaro, sviluppo e un sistema di assistenza sociale che funziona, anche se ora sta scricchiolando. La Cina non ha ancora questi privilegi. Chi vive nelle grandi città cinesi gode di una certa protezione sociale, ma questo non succede per chi vive e lavora in campagna, che in Cina è ancora l'80% della popolazione. Poi c'è il tema dell'innovazione. Ci dite che quella cinese è una economia che copia e non innova. Ma come può innovare un tessuto imprenditoriale tanto giovane? Che alternative abbiamo confrontandoci con economie come le vostre, che hanno 200 anni di sviluppo alle spalle? Copiamo e produciamo a basso costo per entrare nel mercato.

Per duemila anni la Cina non ha fatto nulla per aprirsi seriamente al resto del mondo. Perchè adesso ha cambiato idea?

La Cina non ha mai avuto alcun bisogno di espandersi: era un Paese molto grande e questo le permetteva di svilupparsi internamente, in armonia. Poi sono arrivate le grandi guerre e le sconfitte, che ci hanno imposto un punto di vista nuovo. All'improvviso eravamo più piccoli. Negli anni "70, il nostro livello di arretratezza rispetto a Giappone e Occidente sembrava incolmabile. Ma è stato allora che la Cina ha cominciato a crescere. Non per una decisione precisa, ma attraverso una scelta collettiva, inconscia e progressiva. Una scelta di cui oggi cominciamo a godere i benefici grazie all'effetto dello speed over.

Speed over?

E' un meccanismo fondamentale per le conomie in fase di sviluppo. Alla Cina mancava tutto: la conoscenza, la tecnologia, un management adeguato. Ma aprendosi al mercato ha avuto l'occasione di imparare. Siccome il nostro costo del lavoro era basso, le vostre aziende hanno aperto qui le loro fabbriche, ma così facendo ci hanno anche insegnato ad aprirne di nostre. Essendo noi un grande mercato, avete costruito qui le vostre filiali commerciali, ma imponendovi il modello delle joint venture siamo entrati nei vostri consigli di amministrazione. Commerciando con voi abbiamo studiato l vostro modo di negoziare. Mandando i nostri figli a studiare nelle vostre università abbiamo acquisito le vostre tecnologie. E adesso abbiamo imparato a cavarcela da soli. Grazie all'effetto dello speed over ci siamo riusciti in tre decenni.

Detta così, per un europeo c'è poco da stare tranquillo...

Nonostante la crescita ci vorranno ancora da 30 a 50 anni prima che la Cina diventi una potenza globale. Ne impiegheremo 15 solo per raggiungere il vostro livello di Pil pro capite, sempre se riusciremo a crescere almeno del 6-7% l'anno.

La Cina si sta preparando per consumare sempre più risorse. E' un problema per l'ambiente?

Mi creda: per un amministratore pubblico è molto difficile chiedere al proprio popolo di non fare una cosa che desidera perchè deve salvare il pianeta: "Non andare in vacanza!", "Non guidare un auto!". A maggior ragione se altre persone, in Europa e negli Stati Uniti, lo fanno tutti i giorni senza preoccuparsi delle conseguenze.
Per essere chiaro: noi cinesi non abbiamo partecipato alla grande orgia di consumi che voi occidentali vi siete permessi negli ultimi decenni e quindi abbiamo il diritto di farlo ora. Non intendiamo consumare più di quanto abbiate fatto voi. Ma ora è il nostro turno.


Non crede che per mantenere un equilibrio, se qualcuno consumerà di più qualcun'altro dovrà pagarne il prezzo consumando di meno?

I cinesi hanno il diritto inalienabile di consumare almeno quanto gli occidentali. Detto ciò parliamo pure delle risorse. Se c'è ne saranno meno, il loro prezzo crescerà e tutti dovremo fare sacrifici.
Ma io sono un ottimista e credo che l'umanità saprà trovare soluzioni adeguate. Se le risorse cominceranno a costare troppo, investiremo più denaro sulla ricerca e troveremo il modo per usarle meglio, oppure per sfruttarne altre.
Vogliamo cercare insieme un nuovo modello di sviluppo? Siamo pronti!
Ma non venite a chiederci di ridurre i nostri consumi per le vostre preoccupazioni sull'ecologia: la risposta sarà no.


Una posizione intransigente...

Sa qual è il paradosso? Gli occidentali continuano a chiedere ai cinesi di consumare di più, perchè vogliono vendere i loro prodotti in questo enorme mercato. Ma al tempo stesso chiedono di ridurre il nostro livello di consumi per proteggere l'ambiente. Non vi sembra contraddittorio?

In effetti...

Ecco, la soluzione al paradosso è questa: continuare a crescere, ma usare tecnologia e innovazione come chiavi per diventare più efficenti.

I cinesi oggi possono permettersi cose che fino a ieri nemmeno immaginavano. Che cosa sognano?

Ognuno di noi sogna ciò che può permettersi di sognare. Chi vive in mezzo a una strada non sogna di fondare un' azienda in America, ma di comprare una casa per se e la propria famiglia. Ma quando riesce a creare una piccola impresa, allora comincia a sognare di farla diventare grande. E quando lo fa, sogna di spostarla nella Silicon Valley. La natura dei cinesi è molto pragmatica. CI muoviamo per piccoli passi e così fanno anche i nostri sogni.

Lo stesso vale anche per i giovani?

I giovani cinesi di oggi, quelli che vivono nelle grandi città, danno per scontate cose che per la mia generazione erano sogni. Danno per scontato di poter salire su un aereo o studiare in un'università straniera e non si considerano inferiori a nessuno. Parlano inglese e sono pronti per entrare a pieno diritto nella comunità internazionale. Per contro, non hanno il senso della storia, non sanno com'era la Cina prima che loro arrivassero. Ma nelle campagne, l'unica cosa che i giovani desiderano è il denaro. Senza soldi quei sogni non si possono nemmeno concepire.

I politici occidentali vi invidiano perchè avete l'opportunità di progettare il vostro futuro con un orizzonte di decenni. E' davvero così?

Ciò che i politici cinesi hanno è la visione: sono per tradizione portati a guardare il futuro con una prospettiva a lungo termine. Era così secoli fa e lo è tutt'ora.

Oggi lavoriamo tutti di più, abbiamo tecnologie migliori rispetto al passato. Perchè il mondo sta vivendo questa crisi economica?

E' semplice: nei decenni precedenti alla crisi, negli anni "80 e "90, abbiamo speso più di quello che potevamo permetterci. Abbiamo consumato troppo. E i politici di allora hanno fatto promesse che i loro successori non avrebbero potuto mantenere: meno ore di lavoro, più anni di pensione, uno stato sociale per tutti...

Insomma, ci hanno mentito?

In breve, si. E questo ha dato vita alla bolla speculativa. Ci siamo fidati di queste promesse e abbiamo speso più di quanto avevamo. Il risultato sono la crisi di oggi e i sacrifici che dobbiamo fare.

Quindi lei prevede che nei prossimi anni gli europei dovranno rinunciare a molti dei privilegi che hanno acquisito?

Senza dubbio si. Per un pò non potrete crescere e forse entrerete in recessione, ma questo non vale solo per l'Europa. Sono stati in molti a sprecare risorse negli anni passati. Pensate a Dubai, a quei grattacieli che nessuno può permettersi di abitare. chi li ha costruiti deve avere pazienza: aspettare che l'economia torni a crescere e che qualcuno abbia di nuovo il denaro per comprarli.

Quanto ci vorrà?

Qualcuno parla di 20 anni. Io sono ottimista e penso che ci riusciremo in 5 anni.

La Cina sta comprando aziende, infrastrutture e beni in tutto il mondo. Perchè?

Potrei risponderle che questo non avverrebbe se voi occidentali non aveste perduto un pò di smalto (Fan sorride). Più seriamente: il 98% delle risorse del pianeta è ancora controllato da governi o aziende occidentali. A noi cosa resta? Cercare le risorse che ci servono dove voi ancora non avete comprato tutto.


Negli ultimi decenni il mondo è stato in equilibrio dal punto di vista militare, perchè c'era una sola superpotenza: gli Usa. Se la Cina diventerà la seconda superpotenza, la pace sarà ancora sicura?

La Cina non ha interesse in un conflitto, perchè sotto il profilo militare sconta decenni di ritardo rispetto agli Usa, ma anche perchè una guerra non porterebbe vantaggi a nessuno. Se la Cina continuerà a crescere, i conflitti futuri saranno combattuti sulla base della competizione economica. La Cina continuerà a usare gli strumenti che le sono congeniali: quelli pacifici. Però se la crescita cinese si dovesse fermare diventerebbe difficile per il nostro governo alimentare nella popolazione la speranza di realizzare i propri sogni e la guerra potrebbe diventare una opzione. Volete un consiglio? Non preoccupatevi se la Cina cresce. Preoccupatevi se smette di crescere.

---------- Post added at 23:02 ---------- Previous post was at 22:53 ----------

Anche io credo nell'umanità ma sono molto meno ottimista del signor Fan Gang. Voglia il cielo che mi sbaglio. Ad ogni modo, se accoglieremo il desiderio dei cinesi di uniformarsi al nostro stile di vita e parimenti svilupperemo assieme a loro nuove tecnologie che permettano tutto questo senza gettare ulteriori milioni di tonnellate di sale, sulla ferita che noi stessi abbiamo procurato al pianeta, per nostro comodo e tenendo aperto un solo occhio e in direzione di quel che ci è sempre piaciuto vedere e sentire, forse andremo avanti progredendo ancora per qualche secolo (a voler essere molto ottimista).
 

zesto

Utente Attivo
1,255
171
Articolo interessante. Magari il titolo del topic poteva essere un pò più esplicito...

E' un meccanismo fondamentale per le conomie in fase di sviluppo. Alla Cina mancava tutto: la conoscenza, la tecnologia, un management adeguato. Ma aprendosi al mercato ha avuto l'occasione di imparare. Siccome il nostro costo del lavoro era basso, le vostre aziende hanno aperto qui le loro fabbriche, ma così facendo ci hanno anche insegnato ad aprirne di nostre. Essendo noi un grande mercato, avete costruito qui le vostre filiali commerciali, ma imponendovi il modello delle joint venture siamo entrati nei vostri consigli di amministrazione. Commerciando con voi abbiamo studiato l vostro modo di negoziare. Mandando i nostri figli a studiare nelle vostre università abbiamo acquisito le vostre tecnologie. E adesso abbiamo imparato a cavarcela da soli. Grazie all'effetto dello speed over ci siamo riusciti in tre decenni.

Mi creda: per un amministratore pubblico è molto difficile chiedere al proprio popolo di non fare una cosa che desidera perchè deve salvare il pianeta: "Non andare in vacanza!", "Non guidare un auto!". A maggior ragione se altre persone, in Europa e negli Stati Uniti, lo fanno tutti i giorni senza preoccuparsi delle conseguenze.
Per essere chiaro: noi cinesi non abbiamo partecipato alla grande orgia di consumi che voi occidentali vi siete permessi negli ultimi decenni e quindi abbiamo il diritto di farlo ora. Non intendiamo consumare più di quanto abbiate fatto voi. Ma ora è il nostro turno.

I cinesi hanno il diritto inalienabile di consumare almeno quanto gli occidentali. Detto ciò parliamo pure delle risorse. Se c'è ne saranno meno, il loro prezzo crescerà e tutti dovremo fare sacrifici.
Ma io sono un ottimista e credo che l'umanità saprà trovare soluzioni adeguate. Se le risorse cominceranno a costare troppo, investiremo più denaro sulla ricerca e troveremo il modo per usarle meglio, oppure per sfruttarne altre.
Vogliamo cercare insieme un nuovo modello di sviluppo? Siamo pronti!
Ma non venite a chiederci di ridurre i nostri consumi per le vostre preoccupazioni sull'ecologia: la risposta sarà no.

...cut...Per contro, non hanno il senso della storia, non sanno com'era la Cina prima che loro arrivassero. Ma nelle campagne, l'unica cosa che i giovani desiderano è il denaro. Senza soldi quei sogni non si possono nemmeno concepire.

Questi sono, secondo me, i passaggi fondamentali.
Gli occidentali si sono proprio dati la zappa sui piedi: per permettere ad imprenditori senza scrupoli di guadagnare di più abbiamo distrutto il nostro tessuto produttivo. E ora che i cinesi hanno il know-how quegli stessi imprenditori piagnucolano per la concorrenza sleale, perchè gli copiano le idee e bla bla bla.

Il discorso di questo signore rappresenta (per quel poco che so della Cina) il loro pensiero prevalente. Pragmantico. Troppo pragmatico. Il discorso "prima avete consumato voi, ora tocca a noi" è folle, è suicida. E' verissimo che noi abbiamo stra-consumato e continuiamo a farlo, ma se vogliamo salvare la terra (visto che una di scorta non l'abbiamo...) non si può dire "chissenefrega, i sacrifici fateli voi", perchè il passto progresso occidentale con tutti i suoi lati positivi e negativi è alla base dell'attuale sviluppo cinese. Quindi in quel conto dovrebbe rientrare anche questa considerazione.

La Cina può stare dentro o fuori la comunità internazionale, ma dobbiamo convivere sullo stesso pianeta e quello che avvelena loro avvelena noi e viceversa. Abbiamo sbagliato clamorosamente con il nostro liberismo selvaggio e il nostro modello di società basato sul consumo e sulla crescita. Dovrebbero imparare dai nostri errori e chiederci di fare insieme politiche ambientali più rigorose, invece di voler ripercorrere la stessa strada. Ma da un paese governato da una oligarchia dittatoriale, dove il rispetto dei diritti umani è un optional e dove tutti pensano solo a fare soldi non ci si possono aspettare politiche basate sulla saggezza.

Quindi avanti così, tutti verso il baratro...
 

conrad

Utente Attivo
34
2
CPU
i72600k
Scheda Madre
Asrock
HDD
200GB
RAM
Corsair 4GB
GPU
EVGA
Audio
Realtek
Monitor
Acer
PSU
Corsair 1000 W
Case
LianLi
OS
W7
La Crisi è frutto di tutto quello che vuoi, ma non del "liberismo selvaggio", semmai del suo esatto contrario: l'ingerenza dello Stato nell'economia coi suoi infernali corollari.
Non si devono confondere i "monopoli" come quello finanziario con il liberismo che sono invece come cane e gatto. Buone Feste
 

zesto

Utente Attivo
1,255
171
La Crisi è frutto di tutto quello che vuoi, ma non del "liberismo selvaggio", semmai del suo esatto contrario: l'ingerenza dello Stato nell'economia coi suoi infernali corollari.
Non si devono confondere i "monopoli" come quello finanziario con il liberismo che sono invece come cane e gatto. Buone Feste

Perdonami, ma non sono affatto d'accordo. Provo a precisare il mio pensiero con un'integrazione sintetica: sono del tutto contrario a sistemi di tipo sovietico. Uno dei pilastri della cultura occidentale è la libertà dell'individuo di poter esprimere se stesso, con parole e/o azioni. Quindi anche la libertà di impresa deve essere tutelata. Uno stato in cui una mente brillante non può esprimere le sue potenzialità è uno stato che si tarpa le ali da solo.

Questo è il liberalismo. Il liberismo è invece quello che vorrebbe il mercato come regolatore di se stesso. A morte lo stato e ognun per se. Mi pare sia evidente a tutti come il mercato non sia in grado di regolarsi da solo. Almeno non senza postporre gli interessi collettivi al guadagno di quei pochi che hanno mezzi e potere per poter fare quello che più gli aggrada.

Gli esempi sono tantissimi: le delocalizzazione delle produzioni dall'occidente all'oriente (cosa che ha fatto fare altissimi profitti in tempi relativamente brevi. Ora che il potere d'acquisto degli occidentali è al minimo e che gli imprenditori orientali si stanno affrancando da quelli nostrani ci si accorge dell'errore...). Il prezzo della benzina. Banche e mercati azionari (palesemente scollati dalla realtà e che vivono di magheggi cartacei, alla faccia di chi inventa, lavora e produce...).

Detto ciò buone feste anche a te.
;)
 
  • Mi piace
Reazioni: troof

Entra

oppure Accedi utilizzando
Discord Ufficiale Entra ora!

Discussioni Simili