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Canone Rai, la tassa più odiata. E si escogitano nuovi sistemi contro i tele-evasori
Il canone tv aumenta ancora e risulta il tributo più evaso. E fioccano le proposte per obbligare gli italiani a pagarlo. Dalle più concrete alle più fantasiose
Pubblicato il 17/01/2012 in Tasse
Il più odiato[FONT=istok_webregular] dagli italiani. Il [/FONT]canone Rai detiene da tempo l'infelice primato tra i tributi italiani. E di conseguenza è anche la tassa più evasa. La Corte dei Conti, il controllore della finanza pubblica, stima che vengano sottratti alle casse dello Stato quasi 500 milioni all'anno di canone tv non versato. In alcune regioni come la Campania o la Sicilia i telecontribuenti che sfuggono al fisco sono quasi uno su due.
Nulla fa pensare che la situazione cambi quest'anno malgrado il solito spot della Rai in vista della scadenzadi fine gennaio, che si fa più ingiuntivo e ci ricorda che il canone è un "tributo obbligatorio". Inoltre il canone 2012 aumenta di 1,50 euro, arrivando a 112 euro: è il consueto adeguamento all'inflazione (che, chissà perché, vale per il canone ma non per le pensioni).
Per obbligare gli italiani a pagare per il servizio televisivo pubblico - o, più esattamente, per il semplice possesso di un televisore - fioccano da tempo le più svariate proposte. Alcune mirano a rendere "automatico" questo versamento. Altre vogliono invece abolire le possibilità "legali" per sottrarsi al pagamento.
Canone con la bolletta elettrica
Tra le idee più fantasiose ci fu quella avanzata dal ministro per lo Sviluppo economico dell'ex governo Berlusconi, Paolo Romani, in un’intervista al Corriere della Sera: pagare il canone con la bolletta della luce. "A tutti i titolari di un contratto di fornitura di elettricità - disse il ministro - sarà chiesto di pagare il canone perché, se uno ha l’elettricità, ha anche l’apparecchio tv. Chi non ha la televisione dovrà dimostrarlo e solo in quel caso non pagherà". Con la stessa logica si potrebbe dire che se uno ha l'acquapotabile deve avere la piscina.
I dati all'acquisto
Un mezzo molto più concreto per scovare gli evasori del canone, in realtà, è già in vigore da tempo ma spesso la norma viene ignorata. All'acquisto di un nuovo televisore la Rai dovrebbe acquisire, tramite il negoziante, i dati dell'acquirente. Le obiezioni legate alla privacy erano già stata tolte di mezzo da una sentenza della Corte d'appello di Roma del 2010.
Il "suggello" fantasma
Una proposta viene anche dalla Corte dei conti che stima siano 12mila i contribuenti che ogni anno chiedono alla Guardia di Finanza di venire a "suggellare" il loro televisore. E' una pratica prevista da un regio decreto del 1938 (quando la tv ancora non esisteva, e infatti si applicava alla radio) tuttora in vigore per disdire il canone. Chi non vuole più utilizzare il suo apparecchio può chiedere che questo venga letteralmente insaccato e chiuso con un sigillo. Ma la Finanza, ha ben altro da fare che girare casa per casa a impacchettare televisori. Quindi la richiesta diventa di fatto un'auto-esenzione dal canone. E' per questo che la Corte chiede l'abrogazione di questa pratica.
Se Sky e Premium fanno la spia
Sempre dalla Corte arriva anche una proposta più audace: quella di utilizzare gli elenchi degli abbonati alla pay-tv di Sky e di Mediaset Premium per scovare una bella fetta di possessori di tv nascosti. Naturalmente non sono dati che possono essere acquisiti d'ufficio e quindi bisognerebbe convincere le due emittenti a fornire i loro elenchi. Un modo per rendere ancora più insopportabile a molti il canone Rai.
[FONT=istok_webregular]
Disdire il [/FONT]canone Rai è possibile. Infatti la legge prevede alcune ipotesi in cui l'utente/contribuente può evitare di pagare il tributo all'erario. Vediamo in quali casi e che tipo di procedura va seguita.
Paghi anche se non l'accendi
All'erario importa poco che la vostra decisione di non pagare il canone Rai sia frutto di una consapevole obiezione di coscienza piuttosto che della semplice e diffusa tendenza a sfuggire i tributi: sarete in ogni caso trattati alla stregua di un evasore fiscale. Infatti quello che comunemente chiamiamo canone è a tutti gli effetti un'imposta e non un corrispettivo per un servizio ricevuto. Al di là della differenza teorica tra imposta e tassa, questo significa che per la legge il canone va pagato per il semplice possesso di un televisore e indipendentemente dall'uso che di tale televisore si fa. Lo ha definitivamente stabilito la Corte costituzionale affermando che il canone è dovuto "non più in relazione alla possibilità effettiva per il singolo utente di usufruire del servizio pubblico radiotelevisivo (...), ma sul presupposto della sua riconducibilità ad una manifestazione, ragionevolmente individuata, di capacità contributiva", cioè il possesso dell'apparecchio. Come dire: devi pagare anche se non guardi la Rai o se il televisore lo usi solo come schermo per i videogame.
Chi non paga è soggetto a una sanzione amministrativa, che in questo caso può arrivare a 620 euro. Se si tratta di una scelta ideologica e siete disposti a condurre la vostra battaglia privata contro il canone, potreste anche avventurarvi in un lungo contenzioso con il fisco.
Se il televisore viene venduto o rubato
In questo caso occorre inviare una lettera di disdetta dell’abbonamento Rai per raccomandata a.r. (con avviso di ricevimento) al seguente indirizzo:
allegando rispettivamente le generalità e l’indirizzo dell’acquirente o la denuncia di furto.
Se non volete più utilizzare il televisore
Può succedere che si colga l'occasione di un guasto all'apparecchio per liberarsi della Tv. Occorre allora richiedere il “suggellamento” dell’apparecchio. Questa operazione comporta anche il versamento di 5,16 euro (le vecchie 10.000 lire) con un vaglia postale (attenzione: vaglia, non conto corrente) allo stesso indirizzo sopra riportato. Potete poi procedere in due modi:
- se non avete il libretto di abbonamento, indicate nel vaglia la seguente causale: “per disdetta dell’abbonamento n. .... e conseguente richiesta di suggellamento” e spedite la ricevuta con raccomandata a.r. assieme alla lettera di disdetta;
- se avete il libretto di abbonamento, compilate la cartolina D (o B nei libretti più recenti) con l’intestazione “Denuncia di cessazione dell’abbonamento Tv”, barrando la casella 2 (richiesta di suggellamento) e riportando negli spazi bianchi il numero del vaglia e la data del versamento (oppure allegando la ricevuta del vaglia). Spedite sempre con raccomandata a.r.
Conservate sempre una fotocopia fronte/retro della cartolina o della lettera di disdetta, più la ricevuta del vaglia per l’utente.
In risposta a questa richiesta, potreste ricevere, in teoria, la visita di un funzionario Rai che infilerà il vostro televisore in un sacco e lo chiuderà con un inviolabile sigillo del Ministero, lasciandovi in soggiorno un singolare e ingombrante soprammobile. Ma state tranquilli, il rischio che ciò accada è molto remoto: la procedura di suggellamento infatti non viene mai messa in atto nella pratica.
Se il televisore viene buttato via
La procedura più comoda per liberarsi della Tv è comunque quella di rottamare l’apparecchio, facendolo prelevare dal servizio di ritiro rifiuti ingombranti della propria città o portandolo in una delle piattaforme ecologiche presenti sul territorio, e facendosi rilasciare una ricevuta di rottamazione.
In alternativa, si può dichiarare al SAT di aver regalato il televisore (tecnicamente di averlo “ceduto in comodato”) a un amico che sia già titolare di un abbonamento Rai, del quale occorre comunicare le generalità e l'indirizzo. La procedura non è “codificata”, ma poggia sulla norma (art. 27, comma 2, della legge 223/90) secondo cui il canone va pagato solo per il primo apparecchio; quindi se si posseggono più televisori (anche nella seconda casa, ad esempio) non è dovuta alcuna imposta aggiuntiva.
Disdetta, con la Rai una "missione impossibile"
Una piccola nota conclusiva: se cercate sul sito della Rai queste indicazioni, o anche solo la procedura “ufficiale” per la disdetta del canone, non le troverete. Abbondano i dettagli sull’apertura dell’abbonamento, le variazioni e gli obblighi connessi, ma c’è ben poco sulla facoltà di disdetta, che parrebbe contemplata solo in casi estremi come morte, trasferimento all’estero o in casa di riposo (sic!). E’ comprensibile che un salumiere non dia istruzioni su come diventare vegetariani, ma un servizio pubblico dovrebbe fornire informazioni complete anche a chi decide di “andarsene”.
Il canone tv aumenta ancora e risulta il tributo più evaso. E fioccano le proposte per obbligare gli italiani a pagarlo. Dalle più concrete alle più fantasiose
Pubblicato il 17/01/2012 in Tasse
Nulla fa pensare che la situazione cambi quest'anno malgrado il solito spot della Rai in vista della scadenzadi fine gennaio, che si fa più ingiuntivo e ci ricorda che il canone è un "tributo obbligatorio". Inoltre il canone 2012 aumenta di 1,50 euro, arrivando a 112 euro: è il consueto adeguamento all'inflazione (che, chissà perché, vale per il canone ma non per le pensioni).
Per obbligare gli italiani a pagare per il servizio televisivo pubblico - o, più esattamente, per il semplice possesso di un televisore - fioccano da tempo le più svariate proposte. Alcune mirano a rendere "automatico" questo versamento. Altre vogliono invece abolire le possibilità "legali" per sottrarsi al pagamento.
Canone con la bolletta elettrica
Tra le idee più fantasiose ci fu quella avanzata dal ministro per lo Sviluppo economico dell'ex governo Berlusconi, Paolo Romani, in un’intervista al Corriere della Sera: pagare il canone con la bolletta della luce. "A tutti i titolari di un contratto di fornitura di elettricità - disse il ministro - sarà chiesto di pagare il canone perché, se uno ha l’elettricità, ha anche l’apparecchio tv. Chi non ha la televisione dovrà dimostrarlo e solo in quel caso non pagherà". Con la stessa logica si potrebbe dire che se uno ha l'acquapotabile deve avere la piscina.
I dati all'acquisto
Un mezzo molto più concreto per scovare gli evasori del canone, in realtà, è già in vigore da tempo ma spesso la norma viene ignorata. All'acquisto di un nuovo televisore la Rai dovrebbe acquisire, tramite il negoziante, i dati dell'acquirente. Le obiezioni legate alla privacy erano già stata tolte di mezzo da una sentenza della Corte d'appello di Roma del 2010.
Il "suggello" fantasma
Una proposta viene anche dalla Corte dei conti che stima siano 12mila i contribuenti che ogni anno chiedono alla Guardia di Finanza di venire a "suggellare" il loro televisore. E' una pratica prevista da un regio decreto del 1938 (quando la tv ancora non esisteva, e infatti si applicava alla radio) tuttora in vigore per disdire il canone. Chi non vuole più utilizzare il suo apparecchio può chiedere che questo venga letteralmente insaccato e chiuso con un sigillo. Ma la Finanza, ha ben altro da fare che girare casa per casa a impacchettare televisori. Quindi la richiesta diventa di fatto un'auto-esenzione dal canone. E' per questo che la Corte chiede l'abrogazione di questa pratica.
Se Sky e Premium fanno la spia
Sempre dalla Corte arriva anche una proposta più audace: quella di utilizzare gli elenchi degli abbonati alla pay-tv di Sky e di Mediaset Premium per scovare una bella fetta di possessori di tv nascosti. Naturalmente non sono dati che possono essere acquisiti d'ufficio e quindi bisognerebbe convincere le due emittenti a fornire i loro elenchi. Un modo per rendere ancora più insopportabile a molti il canone Rai.
[FONT=istok_webregular]
Disdire il [/FONT]canone Rai è possibile. Infatti la legge prevede alcune ipotesi in cui l'utente/contribuente può evitare di pagare il tributo all'erario. Vediamo in quali casi e che tipo di procedura va seguita.
Paghi anche se non l'accendi
All'erario importa poco che la vostra decisione di non pagare il canone Rai sia frutto di una consapevole obiezione di coscienza piuttosto che della semplice e diffusa tendenza a sfuggire i tributi: sarete in ogni caso trattati alla stregua di un evasore fiscale. Infatti quello che comunemente chiamiamo canone è a tutti gli effetti un'imposta e non un corrispettivo per un servizio ricevuto. Al di là della differenza teorica tra imposta e tassa, questo significa che per la legge il canone va pagato per il semplice possesso di un televisore e indipendentemente dall'uso che di tale televisore si fa. Lo ha definitivamente stabilito la Corte costituzionale affermando che il canone è dovuto "non più in relazione alla possibilità effettiva per il singolo utente di usufruire del servizio pubblico radiotelevisivo (...), ma sul presupposto della sua riconducibilità ad una manifestazione, ragionevolmente individuata, di capacità contributiva", cioè il possesso dell'apparecchio. Come dire: devi pagare anche se non guardi la Rai o se il televisore lo usi solo come schermo per i videogame.
Chi non paga è soggetto a una sanzione amministrativa, che in questo caso può arrivare a 620 euro. Se si tratta di una scelta ideologica e siete disposti a condurre la vostra battaglia privata contro il canone, potreste anche avventurarvi in un lungo contenzioso con il fisco.
Se il televisore viene venduto o rubato
In questo caso occorre inviare una lettera di disdetta dell’abbonamento Rai per raccomandata a.r. (con avviso di ricevimento) al seguente indirizzo:
Agenzia delle Entrate - 1° Ufficio di Torino
S.A.T - Sportello Abbonamenti Tv
Casella postale 22 - 10121 Torino
S.A.T - Sportello Abbonamenti Tv
Casella postale 22 - 10121 Torino
allegando rispettivamente le generalità e l’indirizzo dell’acquirente o la denuncia di furto.
Se non volete più utilizzare il televisore
Può succedere che si colga l'occasione di un guasto all'apparecchio per liberarsi della Tv. Occorre allora richiedere il “suggellamento” dell’apparecchio. Questa operazione comporta anche il versamento di 5,16 euro (le vecchie 10.000 lire) con un vaglia postale (attenzione: vaglia, non conto corrente) allo stesso indirizzo sopra riportato. Potete poi procedere in due modi:
- se non avete il libretto di abbonamento, indicate nel vaglia la seguente causale: “per disdetta dell’abbonamento n. .... e conseguente richiesta di suggellamento” e spedite la ricevuta con raccomandata a.r. assieme alla lettera di disdetta;
- se avete il libretto di abbonamento, compilate la cartolina D (o B nei libretti più recenti) con l’intestazione “Denuncia di cessazione dell’abbonamento Tv”, barrando la casella 2 (richiesta di suggellamento) e riportando negli spazi bianchi il numero del vaglia e la data del versamento (oppure allegando la ricevuta del vaglia). Spedite sempre con raccomandata a.r.
Conservate sempre una fotocopia fronte/retro della cartolina o della lettera di disdetta, più la ricevuta del vaglia per l’utente.
In risposta a questa richiesta, potreste ricevere, in teoria, la visita di un funzionario Rai che infilerà il vostro televisore in un sacco e lo chiuderà con un inviolabile sigillo del Ministero, lasciandovi in soggiorno un singolare e ingombrante soprammobile. Ma state tranquilli, il rischio che ciò accada è molto remoto: la procedura di suggellamento infatti non viene mai messa in atto nella pratica.
Se il televisore viene buttato via
La procedura più comoda per liberarsi della Tv è comunque quella di rottamare l’apparecchio, facendolo prelevare dal servizio di ritiro rifiuti ingombranti della propria città o portandolo in una delle piattaforme ecologiche presenti sul territorio, e facendosi rilasciare una ricevuta di rottamazione.
In alternativa, si può dichiarare al SAT di aver regalato il televisore (tecnicamente di averlo “ceduto in comodato”) a un amico che sia già titolare di un abbonamento Rai, del quale occorre comunicare le generalità e l'indirizzo. La procedura non è “codificata”, ma poggia sulla norma (art. 27, comma 2, della legge 223/90) secondo cui il canone va pagato solo per il primo apparecchio; quindi se si posseggono più televisori (anche nella seconda casa, ad esempio) non è dovuta alcuna imposta aggiuntiva.
Disdetta, con la Rai una "missione impossibile"
Una piccola nota conclusiva: se cercate sul sito della Rai queste indicazioni, o anche solo la procedura “ufficiale” per la disdetta del canone, non le troverete. Abbondano i dettagli sull’apertura dell’abbonamento, le variazioni e gli obblighi connessi, ma c’è ben poco sulla facoltà di disdetta, che parrebbe contemplata solo in casi estremi come morte, trasferimento all’estero o in casa di riposo (sic!). E’ comprensibile che un salumiere non dia istruzioni su come diventare vegetariani, ma un servizio pubblico dovrebbe fornire informazioni complete anche a chi decide di “andarsene”.
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