Innanzitutto, i termini minimi del diritto di recesso sono irrinunciabili dal consumatore e, per legge (D.Lgs. 21/2014, Art. 52), sono di 14 giorni dalla consegna della merce (o, in caso di beni multipli, dalla consegna dell'ultimo di essi). Siccome la legge parla esclusivamente di "giorni", sono da intendersi giorni solari e, nel caso in cui l'ultimo di essi scada in un giorno festivo, il termine è prorogato fino al giorno feriale immediatamente successivo.
La legge, però, non vieta che un venditore possa concedere termini migliorativi che, per lui, diventano obbligatori. Quindi, in teoria, un venditore può concedere anche 30, 60 o 360 giorni per esercitare il diritto di recesso.
Per esercitare il diritto di recesso, il Consumatore può usare il modulo predisposto così come può rendere una qualsiasi dichiarazione esplicita in cui comunichi la sua volontà di esercitare tale diritto (Art. 54).
Il negozio da cui hai comprato scrive nel proprio sito informazioni fuorvianti:
In cosa consiste:
il consumatore ha diritto di recedere dal contratto entro il termine di 10 giorni lavorativi dal ricevimento della merce
Come si esercita:
Il diritto di recesso si esercita inviando entro 15 giorni lavorativi dal ricevimento della merce pena la decadenza, una comunicazione scritta mediante lettera raccomandata con avviso di ritorno (A/R) o posta certificata PEC che manifesti la volontà di recedere dal contratto di acquisto.
E' evidente che le due disposizioni sono in contrasto fra loro. Peraltro, la prima è da considerarsi illegittima in quanto, fatti salvi alcuni periodi dell'anno (Natale e Pasqua), 10 giorni lavorativi saranno sempre inferiori ai 14 giorni solari previsti per legge. Per tale ragione, essendo illegittima, si dà per non apposta.
La seconda, invece, stabilisce un termini diverso da quello previsto dall'Art. 52 del D.Lgs. 21/2014 ma si tratta di un termine migliorativo per il consumatore e, quindi, valido. Di conseguenza, se tu hai comunicato la tua intenzione di recedere entro tale termine, allora la tua richiesta è da considerarsi valida.
Rimane però da capire cosa loro intendano per giorni lavorativi. Di norma la settimana lavorativa è composta da 5 giorni però non c'è una regola precisa in tal senso. Quello che ti posso consigliare è di fare uno screenshot del loro sito dove sono scritte le LORO condizioni e dirgli che tu hai accettato QUELLE condizioni quando hai acquistato. Pertanto, per tale valgono i 15 giorni lavorativi e loro non posso arbitrariamente cambiarli dopo che hai fatto l'acquisto.
Se ti rispondono picche, vai da un avvocato.