Diritti Tv, si torna alla vendita collettiva

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Manolo De Agostini

Redazione
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Approvato il disegno di legge delega sul calcio dal Consiglio dei ministri
Diritti tv: si torna a negoziazione collettiva


Melandri: «Si torna alla negoziazione collettiva al fine di restituire maggiore competitività al settore calcistico»

ROMA - «Si torna alla negoziazione collettiva dei diritti tv al fine di trovare un nuovo equilibrio nel settore e restituire maggiore competitività al settore calcistico». Lo ha detto il ministro dello Sport Giovanna Melandri in conferenza stampa a Palazzo Chigi in cui ha spiegato il disegno di legge delega approvato dal Consiglio dei ministri sulla materia.

LA SUDDIVISIONE - «Almeno la metà del totale delle risorse venga attribuita in parte eguale a tutti i partecipanti alla competizione e che la restante metà venga distribuita al soggetto competente per i singoli campionati sportivi che provvede a ridistribuirla tenendo conto del bacino d'utenza e dei risultati sportivi dei vari partecipanti» ha detto il ministro dello Sport. Un'altra innovazione della delega è il fatto che «prevede una esplicita quota, destinata a fini di mutualità generale ad altre discipline sportive».

http://www.corriere.it/Primo_Piano/P...irittitv.shtml

Concordate con il ministro? ci sarà di nuovo un campionato con sorprese e non più un campionato dominato dalle 3 sorelle? (in principio, erano 7)
 
come si fa a concordare su un progetto così mal spiegato??
Che poi è solo una proposta del governo al Parlamento. Quanto bisognerà attendere per avere una legge? Bel Mistero.
Poi vi sono altri dubbi: da quando entrerebbe in vigore? Subito: rendendo carta straccia i contratti con Sky e quindi bilanci delle squadre?
Retroattivamente (perchè son capaci pure di ste cose)
Dal 2009? In modo da smaltire i contratti già stipulati??

sarebbe poi divertente capire se questa roba è costituzionale. Posso chiedere a delle società che detengono dei diritti di buttarli al vento e farne un po' per uno??

Curiosamente la trasformazione delle società di calcio in enti a fini di lucro e la conseguente trattazione privata dei diritti è opera del Governo D'Alema. Su pressione di grandi "luminari" della finanza come Sensi (mezzo fallito) Cecchi Gori (Fallito) Cragnotti (fallito) Tanzi (fallito e truffatore)
 
Mediaset prende posizione sulla decisione del governo per i diritti tv del calcio. Gina Nieri, componente del cda, chiede che vengano rispettati i contratti già stipulati con le squadre di calcio. "Noi non abbiamo preferenze per la contrattazione collettiva o quella individuale dei diritti del calcio - afferma -. La cosa importante è che vengano rispettati gli interessi delle aziende che i diritti li hanno già acquisiti". Di ben altro parere è Sky che attraverso il suo direttore della comunicazione Tullio Camiglieri, commenta la notizia della legge delega varata oggi dal Consiglio dei Ministri.
"Apprendiamo con soddisfazione la volontà del Governo di favorire la competizione tra le varie piattaforme televisive. Siamo certi che una sana e reale competizione favorirà il pluralismo e le qualità dei programmi. Sul tema dei diritti TV del calcio aspettiamo con grande rispetto il lavoro del Governo, confidiamo nella competenza dei ministri Melandri e Gentiloni".
 
Altra cosa. Supponiamo che vi sia un'asta pere i diritti Digitale Terrestre. Non mi sembra che la Rai possa ora fare Pay-TV (ma potrei sbagliarmi), dunque chi è l'unico competitore? Mediaset Premium. E tanti tanti saluti a La7Cartapiù, che non è che ora navighi nell'oro ma qualche partitella riesce a venderla. Non si verrebbe a creare un effettivo monopolio sulla Pay Tv digitale terrestre?

La cosa rimarrebbe invariata per Sky. Ma potrebbe essere l'occasione per Murdoch per rivedere al ribasso i contratti (specie quello della Juve se la legge passa in fretta)

Se ho capito bene poi la lega dovrebbe vendere i diritti singolarmente per ogni tipo di media (uno per satellite, uno per digitale terrestre, uno per lo streaming, uno per i telefonini). Beh Sky non avrebbe molte difficoltà, non esistendo concorrenti sul satellite e riparerebbe pure allo smacco di non avere sotto contratto la Sampdoria per esempio (che ha venduto tutti i suoi diritti a Mediaset). Così facendo non si mettono più in concorrenza Sky contro Mediaset contro AliceAdsl che nella situazione ideale possono convincere un Club a suon di Milioni a concedere l'esclusiva. In pratica il Calcio ha meno potere contrattuale con le TV

Sportivamente le cose potrebbero andare bene (squadre più competitive) , ma una decisione sui diritti del calcio può portare ad uno sconquassamento del mercato televisivo, poi mi immagino le varie Authority che denunceranno a raffica il monopolio di Mediaset... magari dimenticandosi perchè si rafforza.
 
Articolo interessante

di Marco Liguori
> 24/7/2006


Il governo Prodi fa un passo indietro sulla questione dei diritti televisivi nel calcio. Il ministro dello Sport, Giovanna Melandri, ha annunciato che il Consiglio dei ministri ha varato la legge delega che dispone che la loro gestione e negoziazione tornerà ad essere collettiva dal 1° luglio 2007. Un bel dietrofront rispetto alla legge 78 del marzo 1999 varata dal governo D’Alema, in cui era previsto che "ciascuna società di calcio di serie A e di serie B è titolare dei diritti di trasmissione televisiva in forma codificata". Anzi, la nuova normativa si rivela un enorme pasticcio. Mentre quella del 1999 imputava alle squadre la titolarità dei diritti, la legge delega prodiana determina all’articolo 1 il riconoscimento della "contitolarità" del diritto tra la Lega calcio e gli stessi club. A questi ultimi sono riservati soltanto i cosiddetti "diritti d’archivio", per il cui riconoscimento la Juventus aveva in atto da lungo tempo un contenziosi con la Rai. Il vero problema del vecchio sistema riguardava il fatto che in Lega calcio c’erano due società, Juventus e Milan, che la facevano da padrone sui ricavi dei diritti tv incassandoli con due anni di anticipo da Telepiù prima e da Sky dopo, mentre le altre dovevano accontentarsi delle briciole.

Questa matassa intricata potrebbe aprire le porte a una possibile "tirata d’orecchie" al governo da parte dell’Antitrust oppure, nell’ipotesi più estrema, della Corte costituzionale. Infatti, le società di calcio sono (grazie alla trasformazione dettata dalla legge 586 del 1996, approvata dal primo governo Prodi) a scopo di lucro, come la Fiat, Mediaset, Telecom: il regime di contrattazione collettiva imposto dalla legge delega varata ieri potrebbe violare l’articolo 41 della Costituzione che afferma che "l’iniziativa economica privata è libera". Il nuovo provvedimento apre un caso di dirigismo che non ha uguali in Europa, se non in tutto il mondo occidentale: la Lega Calcio è l’unica associazione sportiva che si vede imporre da una legge il sistema di ripartizione dei diritti televisivi. In Inghilterra, negli Stati Uniti, in Francia, in Germania sono le stesse leghe calcistiche a determinare i criteri tramite decisioni interne. In Italia, invece, si è ricorsi allo strumento legislativo, eliminando di fatto la volontà della Lega Calcio e delle società affiliate di stabilire internamente le regole per la suddivisione degli stessi diritti.

La Melandri in conferenza stampa ha voluto sottolineare il carattere di "rivoluzione copernicana" della legge delega. "Il governo fa la sua parte in questa stagione di riscrittura delle regole – ha spiegato il ministro dello Sport – anche in considerazione del fatto che le stesse indicazioni della Commissione parlamentare della scorsa legislatura sono rimaste lettera morta. Metà dei proventi dei diritti tv sarà divisa in parti uguali, mentre le restanti risorse saranno attribuite alla Lega perché a sua volta le redistribuisca in base ai criteri di bacino d’utenza e risultati sportivi. Il bacino d’utenza è però un criterio labile, che non è preso in considerazione all’estero per la ripartizione dei diritti. E’ stata prevista anche una quota da destinare a fini di mutualità generale per il sistema sportivo. E’ previsto uno sbarramento contro i "furbi": per il regime transitorio saranno presi in considerazione solo i contratti rinnovati prima del 31 maggio scorso. Nei prossimi mesi saranno anche regolamentate le scommesse, i procuratori dei calciatori e la disciplina degli atleti minorenni.

Un plauso alla nuova legge sulla contrattazione diritti collettivi è giunto dagli esponenti del centrosinistra. Non si è mostrato d’accordo Maurizio Gasaprri dell’esecutivo di An, che rivendica la "copia" del governo di un provvedimento già ideato dal suo partito. Per il presidente del Palermo (e vicepresidente dimissionario della Lega Calcio) Maurizio Zamparini, il provvedimento del governo renderà più libere le società di calcio. "E’ quello che il mio gruppo ovvero i presidente che mi seguivano ha sempre chiesto: applicare le norme in vigore nel calcio inglese. Si tratta di un grosso vantaggio per tutti". Il presidente del Palermo dimentica che, in Inghilterra, è stata la lega stessa ad aver adottato questo criterio di ripartizione, non il governo. E adesso bisognerà vedere cosa accadrà nei prossimi mesi, se magari qualche presidente non si ritenga soddisfatto e adisca le vie legali.

Marco Liguori
 
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