DANNI COLLATERALI – COME LA CRISI ECONOMICA FAVORISCE LE MAFIE.

Blume.

Moderatore
Staff Forum
Utente Èlite
24,325
11,198
CPU
I7 8700K
Dissipatore
Silent loop B-Quiet 360
Scheda Madre
Fatal1ty Z370 Gaming K6
HDD
3 Tera su Western Digital 3 Tera su Toshiba p300 3Ssd da 500Gb
RAM
Corsair Vengeance DDR4 LPX 4X4Gb 2666Mhz
GPU
Msi Gtx 1080Ti Gaming Trio X
Audio
Integrata
Monitor
SyncMaster P2470HD
PSU
Evga Supernova 650W G2
Case
Dark Base 700 B-Quiet
Net
100/50 Ftth Fastweb
OS
Windows 10Pro. 64Bit




L’attuale situazione di recessione economica oltre che ha prostrare ancora di più un paese in crisi, ormai, da anni, anzi da decenni crea delle situazioni di ulteriore malessere che non possono essere sconosciute, e non previste, da chi ha voluto che questo stato di cose si concretizzasse e che a pagarne le conseguenze fossero le classi meno forti: disoccupati, operai, piccoli e medi imprenditori. Ovviamente ciò nasce da un preciso calcolo, chiaramente chi ha meno potere economico ha anche meno capacità contrattuale, chi è alla base della piramide della distribuzione della ricchezza non riesce a far sentire la sua voce e a dare peso alla sua protesta. Chi invece è tra coloro che si spartiscono il potere e la ricchezza salvaguardano se stessi e, per di più, in un periodo come questo, si arricchiscono ulteriormente. Ciò che per noi è una tragedia di proporzioni bibliche per i potentati economico-politici è una vera e propria manna. La crisi economica acuita con la complicità delle banche, che illegalmente, negano il credito alle famiglie ed ai piccoli imprenditori, per dirottare i capitali su lidi a loro più favorevoli. Comportamento non solo disdicevole, ma come si diceva, illegale, molto denaro è stato immesso nel sistema bancario con la raccomandazione di distribuirlo in modo equo, raccomandazione disattesa e mai sanzionata in quanto il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Centrale Europea nel momento stesso in cui indicavano i soggetti beneficiari del loro intervento sapevano già che le banche locali avrebbero usato i fondi in altro modo. Come gridare forte qualcosa ma sussurrare all’orecchio l’esatto opposto.



La mancanza di credito getta in crisi profonda le famiglie spingendo milioni di individui oltre la soglia di povertà, centinaia di migliaia di lavoratori perdono il loro posto di lavoro, decine di migliaia di imprenditori entrano in crisi (per la mancanza di liquidità e per la contrazione dei consumi). Il governo, con una levata di genio, vara la cosiddetta compensazione: chi deve pagare tasse arretrate ma è creditore verso lo Stato può fare un calcolo del dare-avere, versare od esigere la differenza. Non ci sembra poi una gran trovata, se lo Stato è così pronto e aggressivo ad esigere dovrebbe al meno essere preciso a pagare i debiti contratti con le aziende che hanno lavorato per lui. Logico ma non attuabile: si scopre che la bella trovata, tanto sbandierata, manca di copertura finanziaria. Nulla di fatto. In ogni caso compensare i debiti con i crediti avrebbe portato un sollievo più formale che materiale, certo le aziende si sarebbero scrollati di dosso gli esattori ma senza l’apporto di capitali freschi non avrebbero fatto alcun passo avanti.




Le famiglie annichilite dalla disperazione, impoverite ed incapaci di provvedere alle necessità quotidiane fanno quel che fanno gli imprenditori che si vedono negato qualsiasi accesso al credito: si rivolgono agli usurai. Gli usurai sono sempre legati a filo doppio alla criminalità organizzata, anzi della criminalità organizzata rappresentano uno dei rami di approvvigionamento. Il denaro raccolto attraverso l’usura viene reinvestito nel traffico di droga e nelle altre attività delle mafie. Ma da dove proviene il denaro che gli usurai immettono sul mercato? Ma dalle banche ovviamente. Se io vado in banca per un prestito mi cacciano a calci, ma se ci va un prestanome di un clan mafioso, possessore di un pingue conto corrente, il denaro glielo prestano, eccome! Il denaro ricevuto a condizioni favorevoli (salvo le mazzette da passare sottobanco ai bancari) viene rivenduto ad interessi astronomici. Il povero imprenditore entra in una spirale che lo porterà inevitabilmente o a cedere la sua azienda ai criminali o a fallire, che poi è la stessa cosa. Per un imprenditore fallire in Italia è la morte civile, qui esiste il peggior ordinamento fallimentare d’Europa, chi fallisce è distrutto, privato di tutto, anche dell’indispensabile per vivere, ha come unica alternativa, per difendere la propria dignità il suicidio. Infatti i beni sequestrati al fallito saranno venduti all’asta giudiziaria e saranno acquistati, inevitabilmente, per un tozzo di pane dai mafiosi stessi. Le aste giudiziarie sono dunque inquinate? Sono un lurido covo di malfattori e maneggioni? Si! Lo dimostrano le cicatrici freschissime che porto sul mio corpo. Provate a cercare di partecipare ad un’asta giudiziaria e mi saprete, poi, dire se siete riusciti, almeno, a fare un’offerta. Le famigli indebitate con gli usurai nell’impossibilità di pagare i propri debiti vengono coinvolti nelle attività illegali dei mafiosi, di cui la meno pericolosa, per quanto ripugnante, è quella di fare da procacciatori di nuovi clienti. Altri vengono costretti a spacciare droga, altri a nascondere armi e refurtive. In ogni caso sperate, se siete debitori di questi feccia, di non avere una moglie o una figlia piacente… lascio alla vostra fantasia i possibili risvolti. LO STATO SI FA DUNQUE COMPLICE DEI CRIMINALI? OVVIAMENTE SI. E’ sempre stato cosi, i polimafiosi (politici mafiosi) sono la regola, la base stessa della nostra “democrazia”. La commistione tra potere politico, economico e mafioso è tale per cui è impossibile distinguere l’uno dall’altro. Allora lo Stato per difendere proteggere le vittime della criminalità organizzata, vale a dire da se stesso, si inventa le associazioni antiracket ed antiusura. Esse rapidamente costituiscono una nuova divisione burocratica con tanto di direzione nazionale e direzioni locali. Nascono e si affermano grandi associazioni che non portano aiuto a nessuno salvo che a se stesse, assorbono enormi quantità di denaro, gestiscono molto potere ed una vastissima clientela.

Dove finiscono i miliardi di Euro sequestrati alle mafie, sotto forma di immobili, denaro ed altro? Finiscono nelle avide mani di queste associazioni che li destina ad altre associazioni, a loro riconducibili. Ognuna di queste associazioni gestiscono, spesso, anche 50, 60, 70 e oltre, beni sottratti alla malavita (ma sono stati poi veramente sottratti). Non si capisce perché i beni sequestrati alle mafie debbano andare solo ad alcuni e non alle vittime, tutte, della criminalità sotto forma di risarcimento, come vorrebbe la legge 44/99. Anzi lo si capisce anche troppo bene. E le vittime che, con l’inganno, sono state spronate a denunciare, per dare l’avvio al grande business delle associazioni antiracket-antiusura? Esse vedono i procedimenti penali di cui sono parte lesa languire per anni per poi essere archiviati, o con motivazioni pretestuose (anche di fronte a ben documentate prove del reato patito) o per decorrenza dei termini. Certo se una pratica la si tiene nascosta per anni in un cassetto prima o poi il reato andrà in prescrizione. Qualcuno obbietterà che capi storici della mafia sono stati arrestati. Vero! Ma potete essere certi che era già pronto chi doveva sostituirlo e forse proprio lui lo ha consegnato alle forze dell’ordine. Sempre gli stessi mi faranno notare che miliardi di Euro sono stati sequestrati alle mafie: Ebbene noi cosa ne abbiamo ricavato, forse che ci hanno abbassato le tasse? Forse che per questo siamo meno poveri? Forse che le vittime della criminalità organizzata sono state debitamente risarcite? Niente di tutto ciò. Se una vittima vuole avere accesso ai fondi, che gli spettano di diritto, deve legarsi al carro di qualche associazione, fare da promoter e leccare infiniti culi. Se invece avete una briciola di orgoglio lo prendete nel di dietro. Chi vi scrive è stato portato in giro come una scimmia ammaestrata, ma poiché non è scimmia e ancor meno ammaestrata parlava a ruota libera, denunciando le pecche e i peccatori. Ora nessuno lo chiama più, è divenuto un paria costretto a difendersi dai criminali che ha denunciato e dai criminali che lo hanno spinto a denunciare (le istituzioni).

Fonte esterna.
 
Ultima modifica:
  • Mi piace
Reazioni: signore del tempo

Entra

oppure Accedi utilizzando
Discord Ufficiale Entra ora!