- 4,620
- 164
- CPU
- Intel i5 6600
- Scheda Madre
- MSI H170A PCMate
- HDD
- SSD Sandisk Plus 240GB + HDD 160GB 7200rpm
- RAM
- 16GB Kingston DDR4 2133MHz
- GPU
- AMD HD6950 2GB DDR5
- Audio
- Audient ID22 + Marantz PM4000 + KEF Q1 speakers
- Monitor
- Dell U2417H
- PSU
- Corsair CX650M
- Case
- Cooler Master Silencio 452
- OS
- Windows 7 Professional 64 bit
Una delle richieste che ricorrono più spesso in questa sezione ha come titolo: "Consiglio prima chitarra elettrica e primo amplificatore".
Dopo aver acquistato entrambi, vediamo quali errori bisogna evitare per raggiungere rapidamente dei buoni risultati.
Non li ho elencati in ordine di importanza, ma sicuramente i primi 3 errori sono i più diffusi e gravi, quelli che impediscono maggiormente di elevarsi dal livello "strimpellatore" al livello "chitarrista"
1. Suonare da soli
Chitarra, amplificatore, tasto ON e si inizia....ma da dove?!
Il peggior modo di iniziare lo studio della chitarra è quello di chiudersi in camera e suonare da soli. Senza un maestro che vi prende per mano e vi segue passo passo, lo studio procederà in modo confuso, saltando di palo in frasca, lentamente e con più difficoltà, trascinandovi dietro errori di cui neanche vi rendete conto.
Allo stesso modo, se siete già dei chitarristi smaliziati, pensate a trovare qualcuno con cui suonare insieme, senza temere di essere la “palla al piede” del gruppo. Probabilmente voi avrete tanto da imparare dagli altri, ma anche gli altri avranno tanto da imparare da voi.
Insomma, che siate principianti o meno, smettetela di suonare da soli!
2. La pedaliera chilometrica
Molti chitarristi hanno una vera e propria venerazione per gli effetti, una mania che li porta a costruire pedaliere lunghe quanto un campo di calcio
Se siete ancora alle prime armi, il vostro limite principale sono le mani e non il numero di effetti che avete in catena.
Non vi chiamate Steve Vai, John Petrucci o David Gilmour, quindi se volete davvero migliorarvi lasciate stare i pedali dai nomi esotici, i costosi overdrive vintage e i chorus anni ’80 made in Japan. Le uniche cose di cui avete bisogno sono una chitarra, un amplificatore e un pizzico di riverbero. Nient’altro!
3. Evitare la teoria
Terzine, quartine, quinta giusta, scale maggiori, triadi, armonizzazione a 3 voci...vi prego, uccidetemi!
Conoscere un po’ di teoria musicale e di armonia, vi aiuterà a trovare quali note suonare sui vostri riff, a improvvisare con scioltezza su una base, a prendere al volo un SOL in qualsiasi parte del manico, a scrivere una progressione di accordi per le vostre creazioni.
Se un bel giorno gridate “moderato!!” al vostro batterista, significa che avete fatto una vera full-immersion di teoria!
4. Suonare senza amplificatore
Chitarra, divano....e l'amplificatore?!
Suonicchiare senza amplificatore, magari comodamente sprofondati sul divano mentre guardiamo i Simpson, può essere un buon modo per trascorrere un quarto d’ora rilassante, ma è scarsamente utile dal punto di vista didattico perché non potrete apprezzare tutte le note steccate e le risonanze che accompagnano la vostra esecuzione.
Se volete scovare il secondo chitarrista che suona dietro di voi, suonate sempre ad amplificatore acceso, tenendo un volume piuttosto alto (ma non tanto alto da farvi citofonare dai vostri vicini infuriati!), in modo da accorgervi di ogni minima imperfezione.
5. Puntare tutto sulla velocità
Yngwie Malmsteen, la velocità fatta persona
Tutti vorremmo essere dei fulmini sulla chitarra, non delle tartarughe. Tuttavia, un po’ come nel sesso, essere troppo veloci è quasi sempre sinonimo di figuracce.
La pulizia nell’esecuzione è il biglietto da visita di ogni chitarrista, quindi meglio suonare un po’ più lentamente, ma con note chiare ed intellegibili e bending precisi al centesimo, piuttosto che macinare una valanga di note piene di errori piccoli e grandi.
6. Trascurare la ritmica
James Hetfield, un uomo chiamato ritmo
Tutti sogniamo di diventare dei virtuosi in grado di lasciare a bocca aperta il pubblico, ragion per cui lo studio spesso si concentra solo su tapping, sweep picking, licks e legato. Pessima mossa!
Tutti i più grandi chitarristi, ancor prima di essere dei virtuosi, sono dei maestri della ritmica, per cui farete comunque una figura di m**** spaziale se al vostro assolo ipertecnico non farete seguire dei bei riff serrati e coinvolgenti.
7. I paraocchi musicali
Ecco cosa succede a chi ascolta solo metal da mattina a sera
Molti chitarristi, anche i più navigati, tendono a concentrarsi su un unico genere musicale. Iniziano a suonare metal, e dopo 5 anni suonano ancora, solo e soltanto, metal. O ancora, iniziano col blues e si incaponiscono col blues.
Nessuno può imporre a un metallaro incallito di amare anche Eric Clapton, e viceversa, ma suonando sempre lo stesso genere si finisce col pestare e ripestare le solite cose, i soliti fraseggi, i soliti accordi triti e ritriti, e non si fanno più progressi.
Se invece volete crescere tecnicamente e diventare dei chitarristi davvero completi, coverizzate i vostri artisti preferiti, ma date anche una occhiata a cosa c’è dietro l’angolo...
8. Non usare il metronomo
Un oggetto sconosciuto a molti chitarristi...
Che studiate una scala pentatonica o una progressione di accordi, il metronomo dovrà essere vostro fedele compagno. Allo stesso modo, quando state studiando un brano, usate sempre una base. Non c’è altro modo per imparare ad andare a tempo.
In caso contrario, la prima volta che suonerete di fronte a qualcuno, verrete presi per uno di quei pensionati 80enni che vanno a cantare alla Corrida senza avere la più pallida idea di cosa sia il tempo.
9. Non registrarsi
Prima o poi, arriva per tutti il momento in cui si sente l’esigenza di registrarsi!
Se volete capire a che punto siete arrivati, dovrete per forza di cose registrarvi e riascoltarvi. Solo svestendo per un attimo i panni del chitarrista e mettendovi nei panni di chi vi ascolterà, potrete avere una idea di come suonate realmente. Non c’è altro modo per capire i propri errori e correggerli.
Nell’era del digitale, l’home-recording è diventato davvero alla portata di tutti: registratore portatile, scheda audio, o scheda audio + microfono, con poco più di 100€ è possibile creare un piccolo studio di registrazione casalingo con cui registrarsi facilmente e con qualità audio paragonabile a quella di un CD.
10. Plettrare a casaccio
Le mani e il plettro: il primo anello della catena su cui agire
La dinamica (pianissimo, fortissimo e tutto ciò che è compreso tra questi due estremi) è una delle cose a cui si bada maggiormente quando si ascolta una canzone. Immaginate un cantante che canta ogni nota sempre allo stesso volume: non ci sarebbe nessuna variazione, nessun pathos, e quindi non gli presteremmo nessuna attenzione!!
La capacità di controllare il range dinamico del proprio strumento, e quindi di far convivere nello stesso brano volumi che vanno dal pianissimo al fortissimo, è una delle cose che più differenzia i chitarristi professionisti dai dilettanti.
Il miglior modo per curare questo aspetto è quello di agire su ciò che sta a monte della catena: le mani! La chitarra è lo strumento espressivo per eccellenza, la stessa sequenza di note può trasmettere mille emozioni diverse a seconda di come viene eseguita, quindi provate a vedere come cambiano le cose plettrando prima delicatamente e poi con maggiore forza. Continuate a sperimentare, cambiando l’angolo di plettrata rispetto alle corde e usando plettri di diverso materiale e spessore.
E perché limitarsi all’uso del plettro? Provate anche a pizzicare le corde e a mescolare queste due tecniche per ottenere risultati nuovi e inattesi.
E non trascurate mai l’importanza delle pause: a volte, la migliore arma di un musicista è il silenzio!
Ricordate infine che i nostri amati eroi della chitarra non hanno ricevuto la grazia divina. Tutto quello che ascoltiamo sui loro CD è frutto di migliaia di ore di studio mirato e di esercizi ripetuti fino alla noia, quindi non aspettatevi di ottenere risultati strabilianti nel giro di pochi mesi, ma continuate a esercitarvi tutti i giorni almeno per 1-2 ore. Con la musica, come con tante altre cose, la perseveranza premia sempre!!
Non è necessario prendere a esempio Chris Broderick, che studia dalle 10 alle 12 ore al giorno, ma se pensate di suonare mezz'ora al giorno, un giorno si e 4 giorni no, non andrete molto lontano ;)
Dopo aver acquistato entrambi, vediamo quali errori bisogna evitare per raggiungere rapidamente dei buoni risultati.
Non li ho elencati in ordine di importanza, ma sicuramente i primi 3 errori sono i più diffusi e gravi, quelli che impediscono maggiormente di elevarsi dal livello "strimpellatore" al livello "chitarrista"
1. Suonare da soli
Chitarra, amplificatore, tasto ON e si inizia....ma da dove?!
Il peggior modo di iniziare lo studio della chitarra è quello di chiudersi in camera e suonare da soli. Senza un maestro che vi prende per mano e vi segue passo passo, lo studio procederà in modo confuso, saltando di palo in frasca, lentamente e con più difficoltà, trascinandovi dietro errori di cui neanche vi rendete conto.
Allo stesso modo, se siete già dei chitarristi smaliziati, pensate a trovare qualcuno con cui suonare insieme, senza temere di essere la “palla al piede” del gruppo. Probabilmente voi avrete tanto da imparare dagli altri, ma anche gli altri avranno tanto da imparare da voi.
Insomma, che siate principianti o meno, smettetela di suonare da soli!
2. La pedaliera chilometrica
Molti chitarristi hanno una vera e propria venerazione per gli effetti, una mania che li porta a costruire pedaliere lunghe quanto un campo di calcio
Se siete ancora alle prime armi, il vostro limite principale sono le mani e non il numero di effetti che avete in catena.
Non vi chiamate Steve Vai, John Petrucci o David Gilmour, quindi se volete davvero migliorarvi lasciate stare i pedali dai nomi esotici, i costosi overdrive vintage e i chorus anni ’80 made in Japan. Le uniche cose di cui avete bisogno sono una chitarra, un amplificatore e un pizzico di riverbero. Nient’altro!
3. Evitare la teoria
Terzine, quartine, quinta giusta, scale maggiori, triadi, armonizzazione a 3 voci...vi prego, uccidetemi!
Conoscere un po’ di teoria musicale e di armonia, vi aiuterà a trovare quali note suonare sui vostri riff, a improvvisare con scioltezza su una base, a prendere al volo un SOL in qualsiasi parte del manico, a scrivere una progressione di accordi per le vostre creazioni.
Se un bel giorno gridate “moderato!!” al vostro batterista, significa che avete fatto una vera full-immersion di teoria!
4. Suonare senza amplificatore
Chitarra, divano....e l'amplificatore?!
Suonicchiare senza amplificatore, magari comodamente sprofondati sul divano mentre guardiamo i Simpson, può essere un buon modo per trascorrere un quarto d’ora rilassante, ma è scarsamente utile dal punto di vista didattico perché non potrete apprezzare tutte le note steccate e le risonanze che accompagnano la vostra esecuzione.
Se volete scovare il secondo chitarrista che suona dietro di voi, suonate sempre ad amplificatore acceso, tenendo un volume piuttosto alto (ma non tanto alto da farvi citofonare dai vostri vicini infuriati!), in modo da accorgervi di ogni minima imperfezione.
5. Puntare tutto sulla velocità
Yngwie Malmsteen, la velocità fatta persona
Tutti vorremmo essere dei fulmini sulla chitarra, non delle tartarughe. Tuttavia, un po’ come nel sesso, essere troppo veloci è quasi sempre sinonimo di figuracce.
La pulizia nell’esecuzione è il biglietto da visita di ogni chitarrista, quindi meglio suonare un po’ più lentamente, ma con note chiare ed intellegibili e bending precisi al centesimo, piuttosto che macinare una valanga di note piene di errori piccoli e grandi.
6. Trascurare la ritmica
James Hetfield, un uomo chiamato ritmo
Tutti sogniamo di diventare dei virtuosi in grado di lasciare a bocca aperta il pubblico, ragion per cui lo studio spesso si concentra solo su tapping, sweep picking, licks e legato. Pessima mossa!
Tutti i più grandi chitarristi, ancor prima di essere dei virtuosi, sono dei maestri della ritmica, per cui farete comunque una figura di m**** spaziale se al vostro assolo ipertecnico non farete seguire dei bei riff serrati e coinvolgenti.
7. I paraocchi musicali
Ecco cosa succede a chi ascolta solo metal da mattina a sera
Molti chitarristi, anche i più navigati, tendono a concentrarsi su un unico genere musicale. Iniziano a suonare metal, e dopo 5 anni suonano ancora, solo e soltanto, metal. O ancora, iniziano col blues e si incaponiscono col blues.
Nessuno può imporre a un metallaro incallito di amare anche Eric Clapton, e viceversa, ma suonando sempre lo stesso genere si finisce col pestare e ripestare le solite cose, i soliti fraseggi, i soliti accordi triti e ritriti, e non si fanno più progressi.
Se invece volete crescere tecnicamente e diventare dei chitarristi davvero completi, coverizzate i vostri artisti preferiti, ma date anche una occhiata a cosa c’è dietro l’angolo...
8. Non usare il metronomo
Un oggetto sconosciuto a molti chitarristi...
Che studiate una scala pentatonica o una progressione di accordi, il metronomo dovrà essere vostro fedele compagno. Allo stesso modo, quando state studiando un brano, usate sempre una base. Non c’è altro modo per imparare ad andare a tempo.
In caso contrario, la prima volta che suonerete di fronte a qualcuno, verrete presi per uno di quei pensionati 80enni che vanno a cantare alla Corrida senza avere la più pallida idea di cosa sia il tempo.
9. Non registrarsi
Prima o poi, arriva per tutti il momento in cui si sente l’esigenza di registrarsi!
Se volete capire a che punto siete arrivati, dovrete per forza di cose registrarvi e riascoltarvi. Solo svestendo per un attimo i panni del chitarrista e mettendovi nei panni di chi vi ascolterà, potrete avere una idea di come suonate realmente. Non c’è altro modo per capire i propri errori e correggerli.
Nell’era del digitale, l’home-recording è diventato davvero alla portata di tutti: registratore portatile, scheda audio, o scheda audio + microfono, con poco più di 100€ è possibile creare un piccolo studio di registrazione casalingo con cui registrarsi facilmente e con qualità audio paragonabile a quella di un CD.
10. Plettrare a casaccio
Le mani e il plettro: il primo anello della catena su cui agire
La dinamica (pianissimo, fortissimo e tutto ciò che è compreso tra questi due estremi) è una delle cose a cui si bada maggiormente quando si ascolta una canzone. Immaginate un cantante che canta ogni nota sempre allo stesso volume: non ci sarebbe nessuna variazione, nessun pathos, e quindi non gli presteremmo nessuna attenzione!!
La capacità di controllare il range dinamico del proprio strumento, e quindi di far convivere nello stesso brano volumi che vanno dal pianissimo al fortissimo, è una delle cose che più differenzia i chitarristi professionisti dai dilettanti.
Il miglior modo per curare questo aspetto è quello di agire su ciò che sta a monte della catena: le mani! La chitarra è lo strumento espressivo per eccellenza, la stessa sequenza di note può trasmettere mille emozioni diverse a seconda di come viene eseguita, quindi provate a vedere come cambiano le cose plettrando prima delicatamente e poi con maggiore forza. Continuate a sperimentare, cambiando l’angolo di plettrata rispetto alle corde e usando plettri di diverso materiale e spessore.
E perché limitarsi all’uso del plettro? Provate anche a pizzicare le corde e a mescolare queste due tecniche per ottenere risultati nuovi e inattesi.
E non trascurate mai l’importanza delle pause: a volte, la migliore arma di un musicista è il silenzio!
Ricordate infine che i nostri amati eroi della chitarra non hanno ricevuto la grazia divina. Tutto quello che ascoltiamo sui loro CD è frutto di migliaia di ore di studio mirato e di esercizi ripetuti fino alla noia, quindi non aspettatevi di ottenere risultati strabilianti nel giro di pochi mesi, ma continuate a esercitarvi tutti i giorni almeno per 1-2 ore. Con la musica, come con tante altre cose, la perseveranza premia sempre!!
Non è necessario prendere a esempio Chris Broderick, che studia dalle 10 alle 12 ore al giorno, ma se pensate di suonare mezz'ora al giorno, un giorno si e 4 giorni no, non andrete molto lontano ;)
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