O crediamo nella scienza, o no.
Disclaimer: questo commento è un bel pallettone, entrate a vostro rischio e pericolo.
Qualsiasi cavo ha caratteristiche elettriche che dipendono dal materiale usato per la sua costruzione e da come sia costruito, questo si traduce in termini tecnici nella resistenza del cavo (per unità di lunghezza) nel caso di corrente continua, in caso di corrente alternata si parla di impedenza (che è un numero complesso) e tale impedenza varia con la frequenza (la formula è ben nota).
In caso di corrente continua la scelta del cavo dipende solo dalla sezione del conduttore, uno dei fattori che determina la resistenza, in quanto si vuole la minima resistenza possibile in modo da minimizzare la perdita di potenza.
In caso di corrente alternata il discorso è molto più complesso, ma in soldoni dipende dalla frequenza della corrente. Per esempio la tensione che abbiamo in casa è a 50Hz, è una frequenza molto bassa, sappiamo tutti che qualsiasi cavo va bene, vale la stessa regola della corrente continua, deve avere una sezione adatta alla corrente di cui abbiamo bisogno.
In entrambi i casi, l’altro parametro da tenere in considerazione è l’isolamento, che deve essere scelto in base alla tensione della corrente. Una tensione da 500V richiede un isolamento maggiore di una da 100mV (enormemente maggiore).
Questo il concetto base, nei vecchi istituti tecnici (che io stesso frequentai) questo si insegnava all’inizio del corso Tecnologia delle Costruzioni, la parte dei cavi occupava una bella fetta del corso, ed era molto diversa a seconda dell’indirizzo in quanto i cavi sono ben diversi nel caso di basse frequenze e alte potenze (per esempio tipico in una centrale elettrica), medio frequenze e basse potenze (tipico dei componenti elettronici di uso comune) e alte frequenze (tipico delle trasmissioni radio e televisive).
Il settore audio è estremamente semplice, in quanto si parla di un centinaio di Watt di potenza in un intervallo di frequenze molto limitato, un orecchio umano medio è capace di percepire suoni che vanno dai 20 ai 20mila Hz, intervallo che degrada velocemente con l’età, tutti i componenti in una catena audio sono progettati (e limitati) in questo intervallo.
La domanda da farsi quindi è molto semplice: a causa della sua impedenza, può un cavo influire sulla trasmissione del segnale acustico elettrico. La risposta è ovviamente si, il cavo come detto in precedenza ha una sua impedenza propria, che varia con la frequenza, quindi segnali a frequenza diversa verranno trasmessi in modo diverso, saranno più o meno attenuati e la loro fase sarà diversa (scusate, ho introdotto una concetto senza spiegarlo, quello di “fase”, lasciamo perdere al momento).
Accertato che cavi diversi conducano in maniera diversa, la seconda domanda da farsi è “quanto” questa trasmissione sia diversa, che porta alla domanda successiva, ossia se l’orecchio umano sia in grado di riconoscere tale differenza.
Fortunatamente, la teoria dei circuiti (quella che noi periti imparammo a suo tempo) ci aiuta a determinare quanto sia questa differenza, in termini di segnale elettrico in base alle caratteristiche dei componenti. Non c’è nessuna ambiguità e magia in ciò, sappiamo come il segnale elettrico si propaga, se non lo sapessimo in questo momento non potreste leggere quello che scrivo.
La seconda teoria che ci aiuta è la fisiologia dell’orecchio umano, cosa che abbiamo studiato da secoli, e che conosciamo bene. L’orecchio umano (come in molti altri evoluti esseri viventi) è molto complesso, ma a causa della evoluzione ha le sue limitazioni. Una la abbiamo già vista, ossia è limitato in un intervallo ristretto di frequenze, che sono quelle importanti per la nostra vita comune (due esempi stupidi: sentiamo il rumore che fa un ruscello quindi possiamo trovare sorgenti vicine di acqua, sentiamo il ruggito di un leone quindi riconosciamo un pericolo imminente). Una altra limitazione è sapere riconoscere la differenza in pressione acustica tra due suoni, differenza che si misura in decibel (unità di misura relativa, simbolo dB), anche in questo caso non esiste una risposta unica. Una persona giovane con un orecchio allenato (tipico in un musicista o un tecnico del suono) può percepire anche 0,1dB più comune 0,25dB, e solo in un ristretto intervallo di frequenze. L’orecchio di una persona comune a volte non percepisce nemmeno differenze di 3dB, e ovviamente cambia con l’età (nulla rimane inalterato nel tempo). Tra parentesi, il valore di 3dB è anche quello usato per misurare la risposta in frequenza dei componenti.
Adesso abbiamo tutte le informazioni per rispondere alla domanda: è vero che i cavi fanno differenza. Parlo di cavi fatti bene, con sezione e isolamento giusta e abbastanza flessibili che non si sfascino dopo poco tempo di uso. La risposta è un categorico NO. In teoria, calcoli alla mano, le differenze di trasmissioni sono sempre inferiori a 0,1db per cavi normali, in tutto l’intervallo di frequenze, per buoni cavi la differenza è di qualche ordine di grandezza inferiore (parlo di cavi da decine di euro), ossia siamo ben al di sotto della soglia dell’udito.
Va bene, direte voi, ma in pratica? Anche in pratica. Un altro corsi importante degli istituti tecnici è quello di Misure Elettriche, molto tosto, che miete vittime anche illustri. In parole povere, sappiamo come fare le misure in maniera oggettiva e ripetibile, c’è tutta una teoria dietro, anche in questo caso se non fosse vero l’oggetto che state usando per leggere questo commento (sempre che siate arrivati a questo punto) non funzionerebbe. Molti laboratori hanno effettuato, da decenni, misure sui cavi per il trasporto del segnale acustico, sia cavi di potenza (quelli tra l’ampli e il diffusore) che segnali a basso livello, usando tecniche sempre più sofisticate e strumenti sempre più costosi. La risposta è sempre stata univoca e in accordo con la teoria. Nessun cavo da mille mila euro si è dimostrato migliore di una da poche decine.
Domanda finale: perché quindi c’è ancora chi si ostina a dire che siano capaci a sentire la differenza tra cavi diversi? Non solo, ma da come il cavo viene posizionato? Perché c’è chi dice che i cavi non debbano essere a contatto del pavimento, bensì sollevati di almeno per qualche centimetro? Beh, sono arrivato alla fine di questo commento. Se volete la mia risposta dovete chiedere, e vi assicuro: vi prometto un altro bel pallettone.